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04/12/24 ore

Macro: Pio Monti a I Martedì Critici


  • Giovanni Lauricella

Un personaggio che è una consistente fetta di recente storia dell'arte italiana, Pio Monti, ha partecipato lo scorso martedì insieme ai due curatori Alberto Dambruoso e Guglielmo Gigliotti a I Martedì Critici, serata di discussioni di arte contemporanea che ormai da alcuni anni a messo alla ribalta numerosi artisti tra i più importanti del momento e che continua in questa nuova rassegna  anche con la partecipazione di galleristi e storici dell'arte.

 

Questa è stata la volta di un prestigioso gallerista famoso in tutta Italia anche se la sua attività si è svolta principalmente nelle Marche, sua terra di origine, dove aveva Arte studio Macerata dal 1969 prima di approdare nel 1974 a Roma dove ha sede la sua galleria.

 

Cosa è stata la sua attività di gallerista è complicato e lungo dirlo perché si è trovato ad operare in un periodo tra i più tumultuosi che la storia culturale italiana ed internazionale abbia mai avuto.

 

Possiamo dire che hanno roteato nella sua sfera di interessi: Emilio Prini, Vettor Pisani, Jannis Kounellis, Boetti, Buren, Lewitt, Kosuth, Mochetti, Ontani, Alviani, Chiari, Merz, Mattiacci, Pistoletto, Albers, Agnetti, De Maria, Cucchi, Lim, Spalletti, Vitone, Nunzio, Levini, Iaria, Di Fabio, Pedrali e tanti altri grandi artisti, cioè tutta o quasi l'arte contemporanea che va dalla fine degli anni '60 ad oggi.

 

Un gallerista che si è trovato a condividere la vita fino a diventare complice delle opere dell'artista come lo è stato con Gino De Dominicis al quale procurava addirittura i soggetti delle sue opere d'arte, quindi indispensabile per un artista che ha caratterizzato in maniera profonda il percorso storico di quel periodo.

 

Pio Monti è stato un personaggio vitale ed essenziale che si è trovato escluso dalla recente mostra storiografica che si è avuta al Palazzo delle Esposizioni sugli anni '70, una mostra che metteva in risalto la proficua attività che ebbero le gallerie romane in quegli anni che videro attivo proprio Pio Monti, e anche io che ho recensito quella mostra ho fatto, per distrazione, la medesima dimenticanza.

 

Un atto grave che è pratica corrente degli storici dell'arte, proprio oggi giovedì 17 aprile sulla prima pagina della cronaca di Roma del Messaggero troviamo un articolo di Pietro Piovani che rifacendosi ad un servizio televisivo di Philippe Daverio sosteneva che l'architettura fascista non era fascista.

 

Si perché sono inspiegabilmente passate per fasciste architetture realizzate prima della venuta del fascismo e di conseguenza trascurate se no apertamente avversate. L'esempio delle poderose sculture di ponte Vittorio a Roma, che sarà modello per le architetture parigine e di New York, costituisce una delle prove di tale aberrazione, una manipolazione che ci ha portato ad una subalternità culturale che dal dopoguerra ancora soffriamo.

 

Un incontro, quello dei I Martedì Critici svoltosi nella sala cinema del MACRO, che aveva tutti i crismi per essere drammatico e rabbioso, ma che invece si è risolto con ilarità e tanta simpatia grazie alla travolgente personalità di Pio Monti che ha direzionato tutti in un susseguirsi di risate dovute alle sue storielle e battute che hanno allietato la serata.

 

Il tutto va a merito della grande personalità espressa da Pio Monti, una persona che ha dato e continua a dare tantissimo all'arte contemporanea.

 

Pio Monti a I Martedì Critici

Martedì 15 aprile 2014

MACRO sala Cinema

via Reggio Emilia 54, Roma

 

 


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