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12/12/24 ore

La Vita Accanto, di Marco Tullio Giordana. Ispirato al romanzo di Mariapia Veladiano


  • Giovanna D'Arbitrio

Presentato in anteprima al Festival di Locarno, La Vita Accanto, di Marco Tullio Giordana, è liberamente ispirato all’omonimo romanzo d’esordio di Mariapia Valadiano, vincitore del Premio Calvino 2010.

 

Il film racconta la storia di una ricca famiglia vicentina, composta da Maria (Valentina Bellè), suo marito Osvaldo (Paolo Pierobon) ed Erminia (Sonia Bergamasco) sua sorella gemella, nota pianista.

 

Quando Maria partorisce Rebecca (Beatrice Barison), una bambina con il viso deturpato da una grande macchia purpurea, tutti sono sconvolti al pensiero che niente potrà cancellarla. Purtroppo, Maria non riesce ad accettare la situazione e rifiuterà il suo ruolo di madre. 

 

Rebecca pertanto crescerà cercando di sottrarsi allo sguardo degli altri per paura di non essere accettata. Per fortuna ha un gran talento musicale e, con l’aiuto della zia Erminia, inizierà a studiare pianoforte con lei, così grazie alla musica riuscirà a realizzarsi e  ad alleviare il disagio causato dalla sua macchia.

 

Ecco come viene descritto il libro dalla Casa editrice Einaudi: “Una bambina brutta è grata a tutti per il bene che le vogliono, sta al suo posto, ringrazia per i regali che sono proprio quelli giusti per lei, è sempre felice di una proposta che le viene rivolta, non chiede attenzioni o coccole, si tiene in buona salute, almeno non dà preoccupazioni dal momento che non può dare soddisfazioni. 

 

Una bambina brutta vede, osserva, indaga, ascolta, percepisce, intuisce; in ogni inflessione di voce, espressione del viso, gesto sfuggito al controllo, in ogni silenzio breve o lungo, cerca un indizio che la riguardi, nel bene e nel male. Teme di ascoltare qualcosa che confermi quello che sa già, e cioè che la sua esistenza è una vera disgrazia. Spera di sentire una parola che la assolva, fosse pure di pietà.Una bambina brutta è figlia del caso, della fatalità, del destino, di uno scherzo della natura. Di certo non è figlia di Dio».

 

Rebecca è nata irreparabilmente brutta. Sua madre dopo il parto non l’ha mai presa in braccio e si è sigillata in se stessa. Suo padre ha lasciato che accadesse. A prendersi cura di lei, la bella e impetuosa zia Erminia, il cui affetto nasconde però qualcosa di tremendo. E la tata Maddalena, saggia e piangente, che la ama con la forza di un bisogno.Ma Rebecca ha mani perfette e talento per il pianoforte. L’incontro con la «vecchia signora» De Lellis, celebre musicista da anni isolata in casa, offre a Rebecca uno sguardo nuovo sulla storia di dolore che segna la sua famiglia, ma anche la grazia di una vita possibile. La vita accanto racconta la nostra inettitudine alla vita, da cui solo le passioni possono riscattarci.

 

Con una scrittura limpida e colta. Con personaggi buffi e veri, memorabili. Con la sapiente levità di una favola.

 

Eccezione luminosa, in tanto frastuono di tetro splendore femminile, una bambina brutta, molto brutta, quasi deforme, esiste; è portatrice di una diversa, invisibile, profonda bellezza”.

 

La sceneggiatura è di Marco Bellocchio, Gloria Malatesta, Marco Tullio Giordana; il montaggio da Francesca Calvelli, Claudio Misantoni; la colonna sonora di Dario Marianelli; la scenografia di Luca Gobbi.

 

“Il romanzo di Mariapia Veladiano è il racconto di come il disagio possa irrompere nella vita di una famiglia, sconvolgendola per sempre - ha affermato il regista -. Nel libro questo disagio è rappresentato dalla mostruosità di un neonato subito rifiutato. Nel film questa 'mostruosità' è rappresentata da una macchia viola che copre metà del viso della bambina. Per il resto la piccola Rebecca è bellissima e, scopriremo col tempo, straordinariamente dotata per la musica. 

 

Ma l'angioma che la sfigura le rende difficile il rapporto con gli altri, soprattutto con la madre che non l'ha mai accettata e, per vergogna, l'ha sempre tenuta segregata in casa. Il tema centrale è quindi il corpo, la cui accettazione è alla base di ogni identità, e come le sue eventuali imperfezioni (quanto reali? Quanto immaginarie? Quanto indotte dallo sguardo altrui?) possano portare alla violazione per modificarlo e accettarlo secondo i canoni di un'illusione”.

 

Tra i film del regista ricordiamo Maledetti vi amerò (1980), La caduta degli angeli ribelli (1981), Appuntamento a Liverpool (1988),Pasolini, un delitto italiano (1995), I cento passi (2000), Quando sei nato non puoi più nasconderti (2005), Sanguepazzo (2008), Romanzo di una strage (2012, )Nome di donna (2018), Yara (2021)

 

Ecco il trailer del film (da Coming Soon)

 

 


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