Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

18/04/24 ore

Tre Piani, di Nanni Moretti. Dal libro di Eshkol Nevo al film


  • Giovanna D'Arbitrio

Presentato in concorso alla 74ª edizione del Festival di Cannes, Tre Piani di Nanni Moretti, è tratto dal romanzo omonimo dello scrittore israeliano Eshkol Nevo.

 

Il libro viene così presentato nell’edizione curata da Neri Pozza: “In Israele, nei pressi di Tel Aviv, si erge una tranquilla palazzina borghese di tre piani. Eppure, dietro quelle porte blindate, la vita non è affatto dello stesso tenore. Al primo piano vive una coppia di giovani genitori, Arnon e Ayelet. Hanno una bambina, Ofri, che occasionalmente affidano alle cure degli anziani vicini in pensione. Ruth e Hermann sono persone educate, giunte in Israele dalla Germania, lui va in giro agghindato in giacca e cravatta, lei insegna pianoforte al conservatorio e usa espressioni come «di grazia».

 

Un giorno Hermann, che da tempo mostra i primi sintomi dell'Alzheimer, «rapisce» Ofri per un pomeriggio, scatenando una furia incontenibile in Arnon, inconsciamente e, dunque, irrimediabilmente convinto che dietro quel gesto, in apparenza dettato dalla malattia, si celi ben altro. Al secondo piano Hani, madre di due bambini e moglie di Assaf, costantemente all'estero per lavoro, combatte una silenziosa battaglia contro la solitudine e lo spettro della follia che, da quando sua madre è stata ricoverata in un ospedale psichiatrico, non smette mai di tormentarla. Un giorno Eviatar, il cognato che non vede da dieci anni, bussa alla sua porta e le chiede di sottrarlo alla caccia di creditori e malintenzionati con cui è finito nei guai.

 

Hani non esita a ospitarlo e a trovare cosi un riparo alla sua solitudine. Salvo poi chiedersi se l'intera vicenda non sia un semplice frutto dell'immaginazione e dei desideri del suo Io. Dovrà, giudice in pensione che vive al terzo piano, avverte l'impellente bisogno di dialogare con il marito defunto e per farlo si serve di una vecchia segreteria telefonica appartenutagli.

 

Sorto da una brillante idea narrativa: descrivere la vita di tre famiglie sulla base delle tre diverse istanze freudiane - Es, Io, Super-io -della personalità, "Tre piani" si inoltra nel cuore delle relazioni umane: dal bisogno di amore al tradimento; dal sospetto alla paura di lasciarsi andare. E dona al lettore personaggi umani e profondi, sempre pronti, nonostante i colpi inferti dalla vita, a rialzarsi per riprendere a lottare”.

 

A parte i nomi dei protagonisti che sono diversi, il film nel complesso si attiene alla trama del libro, raccontando le storie di tre famiglie che abitano nella stessa palazzina. Le prime scene mostrano un incidente stradale causato dal giovane Andrea (Alessandro Sperduti) che abita al terzo piano di una palazzina con i genitori, Dora (Margherita Buy) e Vittorio (Nanni Moretti), entrambi giudici. In effetti un notte il ragazzo, ubriaco, investe e uccide una donna. Sconvolto, chiede ai genitori di fargli evitare il carcere, ma Vittorio decide che sia giusto farlo condannare, costringendo Dora a scegliere tra lui e il figlio. 

 

Al primo piano della palazzina dunque vivono Lucio (Riccardo Scamarcio), Sara (Elena Lietti) e la loro bambina, Francesca, che spesso viene affidata agli anziani vicini, Giovanna (Anna Bonaiuto) e Renato (Paolo Graziosi). Una sera lo smemorato Renato scompare con la bambina per molte ore. Quando vengono ritrovati, Lucio teme che a sua figlia sia stata vittima di avances da parte di Renato e comincia a perseguitarlo in modo ossessivo, ma poi commette l’errore di avere un rapporto intimo con una sua nipote minorenne.

 

Al secondo piano Monica (Alba Rohrwacher), madre di due bambini e moglie di Giorgio (Adriano Giannini), sempre all'estero per lavoro, combatte in silenzio contro la solitudine e la paura di diventare un giorno come sua madre affetta da disturbi mentali. Un giorno, disperata, lascia marito e figli e non si sa se sarà capace di ritornare a casa. 

 

Incomunicabilità, intransigenza, sfiducia, egoismo, paure sembrano dettare inizialmente i comportamenti dei personaggi, ma col passar degli anni i cambiamenti sono inevitabili e la conclusione del film fa ben sperare per il futuro. Belle le immagini finali della gente che balla in strada, partecipando al locale festival della danza.

 

Dopo anni di assenza, Nanni Moretti torna con un film interessante, supportato dal un buon cast, da valida sceneggiatura dello stesso regista, di Federica Pontremoli e Valia Santella, fotografia di Michele D'Attanasio, musiche di Franco Piersanti  

 

Tra i film del regista ricordiamo Ecce bombo ,Sogni d'oro, Bianca, La messa è finita, Palombella rossa, Caro diario, Aprile, La stanza del figlio, Il caimano, Habemus Papam, Mia madre.

 

 


Aggiungi commento