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12/12/24 ore

The Danish Girl di Tom Hooper



Dopo aver riscosso consensi e successi con pellicole come “Les Misérables” e “Il Discorso del re”, il regista inglese Tom Hooper ci presenta il suo nuovo film, “The Danish Girl”, tratto dall’omonimo romanzo di David Ebershoff, nel quale egli racconta la storia dell’artista danese Einer Wegener, uno dei primi transgender che nel 1930 si sottopose a diversi interventi chirurgici in Germania per diventare donna.

 

Nel film la storia inizia negli anni ’20 quando Einer (Eddie Redmayne), pittore paesaggista, e sua moglie, Gerda Gottlieb (Alicia Vikander), anch’ella allora pittrice di ritratti, sembrano vivere una vita felice, senza particolari problemi. Un giorno Gerda chiede al marito di posare per lei indossando abiti femminili per l’assenza  di una sua modella. Per Einer è una rivelazione sentirsi a suo agio in quegli abiti e man mano si sente sempre più attratto dal mondo femminile, scoprendo così la sua vera natura e identità: un’anima di donna intrappolata in un corpo maschile.

 

In un primo momento, credendo di essere malato, si rivolge ai medici, ma rischia di essere rinchiuso in manicomio come schizofrenico, poi decide di trasferirsi a Parigi dove con l’aiuto della moglie che lo presenta come Lili Elbe, una cugina di Einer, comincia a partecipare a feste ed eventi pubblici. Intanto Gerda con i suoi dipinti finalmente riscuote successo, grazie proprio a Lili, la sua nuova modella.

 

Desiderosa di liberarsi definitivamente del suo aspetto maschile, con l’aiuto del chirurgo berlinese Magnus Hirschfeld, Lili Elbe si sottopone ad una serie di difficili interventi chirurgici fino a perdere la vita nel 1931 dopo l’ultima operazione.

 

Presentato in anteprima alla Mostra Cinematografica di Venezia e candidato a 4 Premi Oscar   (per migliore attore, migliore attrice, scenografia e costumi), “The Danish Girl” è stato giudicato da alcuni critici come un prodotto “poco realistico, ma ben confezionato” dal regista, accusato di aver sfumato con pudore eccessivo scene di nudo e quant’altro, trascurando la fisicità dei “corpi” in ossequio alla parte meno progressista del pubblico.

 

In verità il film, focalizzato proprio sui seri temi trattati, induce a profonde riflessioni sulle sofferenze di tante anime imprigionate in corpi che sentono come estranei alla loro vera natura, temi sui quali ancor oggi si dibatte tra contrasti e polemiche, dopo un secolo dagli avvenimenti descritti nel film.

 

Eddie Redmayne, già vincitore di un Oscar lo scorso anno per il film “La Teoria del Tutto”, si conferma grande attore nel difficile ruolo di Lili Elbe, ma la vera rivelazione del film è la brava attrice danese, Alicia Vikander che riesce a dare un grande spessore al personaggio di Gerda, creatura forte, volitiva, anticonformista che con il suo amore riesce ad aiutare Einer, restando al suo fianco fino alla fine. Due esseri umani legati dall’amore e da forti sentimenti al di là del sesso: questo è il tema che il regista ha voluto mettere in risalto nel suo film con grande sensibilità e delicatezza, evitando inutili volgarità su un problema che ancor oggi causa tante sofferenze.

 

Un bel film, umano e allo stesso tempo raffinato ed esteticamente elegante, intenso per i temi trattati, per la bravura degli interpreti (oltre agli attori già citati, ricordiamo M. Schoenarerts, Ben Whishaw, Amber Heard, S. Heard), per la sceneggiatura (L. Coxon), per la bellezza quasi pittorica della scenografia (Grant Armstrong) e della fotografia (Danny Cohen), per i costumi (Paco Delgado), per le musiche (A. Desplat).

 

Giovanna D’Arbitrio

 

 


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