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02/12/24 ore

Promozioni pilotate all’Ama, Cisl Lazio nei pasticci. Bonanni rimuove i vertici


  • Ermes Antonucci

Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni ha azzerato i vertici della Fit Cisl del Lazio, dopo lo scandalo dell’Ama rivelato dal Corriere della Sera. Secondo la testimonianza di un dipendente, la Cisl – sindacato dominante nella municipalizzata romana dei rifiuti – avrebbe messo in piedi un sistema di potere fondato su un tariffario per gli avanzamenti di carriera.

 

Le promozioni in Ama, secondo la ricostruzione di un dipendente indignato, funzionerebbero in questo modo: “I 350 euro mascherati da regalo servono a passare, ad esempio, da vice capodistretto di 6° al livello successivo. Il sindacato se ne occupa nella persona di Alessandro Bonfigli, che manda avanti i suoi collaboratori e poi gestisce la pratica con la direzione del personale. Intanto partono gli sms, con la richiesta di contributo”.

 

A gestire l’intero sistema sarebbe dunque Alessandro Bonfigli, segretario Fit-Cisl, presidente del Cral, regista – ricorda il Corriere – dell’accordo di luglio con cui furono promossi dal 6° all’8° livello 11 sindacalisti (lui compreso). Una super-promozione generale che coinvolse indistintamente Cisl, Uil, Ugl e Fidel; l’unico sindacato che decise di intervenire in seguito alle polemiche fu l’Ugl, che cacciò i suoi due sindacalisti.

 

Il leader della Cisl Raffaele Bonanni è intervenuto solo oggi, all’indomani della pubblicazione dello scandalo sulla vendita delle promozioni, ottenendo le dimissioni di Maurizio Marozzi, segretario regionale. Un atto indispensabile per far decadere Bonfigli dalla segretaria del sindacato, visto che ha ripetutamente rifiutato di dimettersi, gridando al complotto. Marozzi ha chiesto un periodo di reggenza da parte di Giovanni Luciano, in qualità di segretario generale della categoria, attraverso una sorta di commissariamento.

 

Dalle sedi degli altri sindacati coinvolti nella filiera dei favoritismi, tutto tace. Intanto la procura di Roma sta valutando le notizie di stampa per decidere se “aprire un fascicolo”. I lettori, commentando la notizia su internet, appaiono ben poco meravigliati dalla vicenda, e lamentano la diffusione di tali pratiche, basate su raccomandazioni e compravendite di assunzioni. A dover riconquistare credibilità nel Paese, insomma, non sono solo i partiti, ma anche i sindacati.


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