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12/12/24 ore

Balconing, fenomeno preoccupante



Era il 1955 quando apparve il film “Gioventù Bruciata” di N. Ray in cui il protagonista Jim Stark (J. Dean) per farsi accettare da un gruppo di ragazzi, partecipa alla “chicken run”, una stupida prova di coraggio consistente in una folle corsa a bordo di un’auto fuori dalla quale bisognava saltare per non precipitare in uno strapiombo sul mare. “Problemi della società americana ” pensarono molti italiani, ma col passar degli anni  le pazze mode in tutto il mondo sono state tante e purtroppo i problemi della gioventù sono aumentati sotto l’incalzare di cambiamenti sociali sempre più rapidi.

 

Così oggi alle vecchie follie se ne aggiungono di nuove, come  il “planking” (cioè distendersi faccia a terra in un luogo strano e imitare una superfice di legno in rigidità ed immobilità tenendo braccia e mani lungo i fianchi), lo"slimming" o "tamponing" (uso di  tamponi impregnati di alcol e wodka per accelerare l'effetto etilico) e soprattutto il “balconing”, saltare da un balcone all’altro o da un balcone direttamente in piscina. Filmati e foto su YouTube e le reti sociali naturalmente poi  documentano le stupide imprese.

 

D’estate alle Baleari, in particolare a Ibiza, alcol e droghe incrementano il balconing tra i giovani turisti europei e così questo pericoloso passatempo, iniziato nel 2005, causa numerosi morti e feriti.

 

I media europei hanno evidenziato il fenomeno e l'assessore per il Turismo delle Baleari, Joana Barceló, è stata costretta a difendere le isole da diverse accuse, mentre molti alberghi hanno cercato di aumentare la sicurezza con vari divieti e aggiunte di ringhiere e pannelli di separazione tra i balconi delle camere.

 

Anche la Fox che manda in onda la fortunata serie tv “Dr. House -  Medical Division” ha ricevuto molte lettere di protesta per l’episodio in cui il protagonista pratica il balconing: è grande in effetti il rischio di emulazione per una moda che ogni estate miete vittime. Secondo “Le Monde” solo nel 2010 ci sono stati 9 morti e tanti feriti gravi.

 

Psicologi e sociologi stanno studiando il fenomeno che diventa sempre più preoccupante. La dott. Silvia Stella, psicologa e psicanalista presso FD Medical, ha messo in evidenza l’uso precoce di droghe e i problemi tipici dell’età adolescenziale uniti ad un disagio del vivere moderno che investe anche il mondo degli adulti.

 

 “Nel corso dell’adolescenza i giovani cercano la loro identità e un loro senso etico – ha sottolineato la psicologa “. Se in passato questo difficile passaggio era accompagnato da momenti rituali più o meno espliciti cui partecipava tutta la comunità e che comportavano un aumento di esperienza e di responsabilità verso se stessi e gli altri, oggi questi momenti non ci sono più, e l’adolescenza viene spesso considerata alla stregua di un problema. Spesso abbandonati a se stessi, i ragazzi cercano la loro identità quasi esclusivamente attraverso il confronto con i pari e i modelli dei media, e costruiscono “riti di passaggio” nuovi, fra cui “lo sballo”, esperienza che non comporta né un’acquisizione di significato né un processo trasformativo attivo e positivo.

 

Per alcuni ragazzi lo sballo rimane un’esperienza isolata, ma per altri diventa un’abitudine, quasi non ci fossero stimoli interessanti o possibilità di sentirsi bene, grandi e appagati se non attraverso uno stordimento dato da sostanze, quasi una pillola magica che non richiede alcun impegno personale nel conquistare il proprio benessere e la stima di sé.

 

La differenza fra chi non ripete l’esperienza dello sballo e chi fa di questa esperienza un’abitudine può essere data dalla capacità critica che un giovane può aver conquistato anche attraverso il confronto con un “mondo adulto sano” che permette le esperienze e il dialogo su di esse. In questo senso i genitori e gli adulti di riferimento possono giocare un ruolo cruciale permettendo ai giovani di parlare di ciò che accade loro, senza sentirsi necessariamente giudicati, e concedendosi il tempo di vivere esperienze significative. In questo modo può essere possibile trasmettere agli adolescenti valori alternativi e aiutarli ad assumersi la responsabilità di se stessi e del proprio star bene.

 

La realtà che viviamo propone spesso soluzioni apparentemente facili alle proprie difficoltà; trovare delle alternative valide, invece, richiede sempre uno sforzo che viene premiato dalla conquista di soluzioni originali. Il piacere di una tale conquista, che comporta l’assunzione della responsabilità verso se stessi e i propri stati d’animo, può essere trasmesso ai più giovani a partire dalle piccole cose della vita quotidiana, stando loro accanto e comunicando con autenticità, senza immedesimarsi nei loro problemi e sostituirsi a loro nel risolverli.

 

Giovanna D’Arbitrio

 

 


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