Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

04/11/24 ore

Primarie, Bersani-Renzi-Vendola: il balletto delle alleanze senza contenuti


  • Ermes Antonucci

Sta facendo discutere la proposta di Matteo Renzi di rinunciare a qualsiasi alleanza politica in caso di vittoria alle prossime primarie del centrosinistra. Molti hanno rievocato la cosiddetta “autosufficienza veltroniana”, cioè la volontà espressa dall’allora segretario del Pd Walter Veltroni di correre autonomamente nelle elezioni politiche del 2008, poi in parte smentita dalle alleanze con l’Idv di Di Pietro e i Radicali.

 

Un principio, quindi, ancora inedito nel panorama del centrosinistra, manifestato in maniera retorica e demagogica dal rottamatore fiorentino, per il quale “il Pd può correre e vincere da solo, senza i partiti, con gli italiani”, e che personalmente, invece delle alleanze, preferisce “stare con i cittadini”. Per il sindaco di Firenze tutto ciò si spiega con la necessità di soddisfare l’obiettivo fondamentale delle politiche di primavera, “la sola stella cometa”, cioè la governabilità.

 

“Su questo "il centrosinistra – ha dichiarato Renzi – non è mai stato credibile perché negli ultimi anni due volte ha vinto e due volte ha litigato. E se esiste una atroce responsabilità storica della sinistra radicale è quella di aver fatto cadere il primo Prodi aprendo la strada a un inciucio Cossiga-Mastella-D’Alema”. E alla “pagina triste” di quella sinistra radicale partecipò, ha tenuto a sottolineare Renzi, anche Nichi Vendola, ora candidato alle primarie.

 

Ma per raggiungere il traguardo vitale della governabilità non occorre solo evitare i ribaltoni ai quali il centrosinistra ci ha abituati, servono prima di tutto i voti necessari ad avere una maggioranza in Parlamento, e il Partito Democratico può difficilmente ottenerli correndo in solitudine. Questo Renzi lo sa bene, così oggi ha deciso di attenuare le proprie posizioni, dicendosi pronto a guidare un centrosinistra con dentro anche il partito del governatore della Puglia, “sempre che Sel non se ne vada, questo bisogna che lo chieda a Vendola”.

 

Nichi Vendola dal canto suo ha espresso la propria perplessità: “Siamo rimasti tutti un po’ stupiti – ha affermato il governatore della Puglia – dalle dichiarazioni di Renzi che appartengono a uno stile un po’ pirotecnico, un po’ con la voglia di stupire e spiazzare, a un politicismo moderno e televisivo. Matteo Renzi non si è accorto che le primarie sono di tutto il centrosinistra”.

 

Il segretario Bersani, invece, non ha addirittura preso in considerazione le parole di Renzi, sostenendo che è “solo un’impressione” dei giornalisti. E alla nuova frecciata del fiorentino (“Bersani non è un innovatore”), il segretario ha risposto che “se si guarda attorno il rinnovamento c'è ed è stato profondo”.

 

In definitiva, il dibattito interno al centrosinistra continua a concentrarsi sul nodo delle alleanze, tralasciando i contenuti concreti dei diversi programmi di governo, creando un clima di conflittualità sterile e superficiale. Intanto lunedì prossimo Sky Tg24 ospiterà il confronto tv tra i candidati alle primarie: Pier Luigi Bersani, Nichi Vendola, Matteo Renzi, Laura Puppato e Bruno Tabacci. Un’occasione, si spera, in cui si possano finalmente ascoltare idee.


Aggiungi commento