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25/04/24 ore

Sinistra senza cultura delle trasformazioni. Conversazione Giulio Di Donato / Giuseppe Rippa



Nel novembre del 1992, nella turbolenza di Mani Pulite, uscì il libro “Hanno ammazzato la politica” (di Giuseppe Rippa intervistato da Luigi O. Rintallo).

 

Nella sua introduzione Silvio Pergameno scriveva: “ Cento pagine di autentico realismo politico, che come ogni vero realismo si misura con riferimento a un’aspirazione, a un’idea, a una volontà … la speranza di una democrazia italiana un po’ più europea, di un welfare senza assistenzialismo, di un paese infine liberato dalla stretta corporativa e autoritaria, consociativa e lottizzata che lo attanaglia… un paese che ogni giorno, e non solo nella sua classe politica o dirigente, si nutre di sconfinato cinismo: un’Italia dei secoli bui dura a morire, nella quale ai chierici non si può riconoscere neppure la grandezza perversa del tradimento”. 

 

Era il 1992! Oggi nel 2023 il quadro sociale, economico è ancora di più, se è possibile, deformato.

 

La ricostruzione della verità, come diceva Marco Pannella, di una storia diversa da quella ufficiale non è stato possibile attuarla, e lo stesso lavoro di verità, con fatto certi, precisamente documentabili è rimasto sotterrato nella coltre di non conoscenza e di disinformazione. Si è riusciti solo ad  arginare, ma non si è riusciti a scongiurare la violenza tremenda e tragica che vediamo inesorabilmente avanzare. Il tradimento dello Stato di diritto.

 

Lo scenario attuale vede una destra, un centrodestra, aggrappata alla sua cultura strettamente identitaria e in difficoltà a governare la complessità e soprattutto il centrosinistra, la sinistra, schiacciato tra tentativi di alleanze populistiche-massimaliste e privo di una visione in grado di misurarsi con le trasformazioni in corso.

 

“Appunto proprio il tema della Sinistra e la questione liberale, - come è stato scritto nell’ultimo numero di Quaderni Radicali 118 (speciale febbraio 2023) - su cui si innesta la vicenda del Partito Democratico che nasceva nel 2007 senza dare soluzione al rapporto tra le tradizioni politiche che tentavano di unificarsi in un unico soggetto politico, i post-comunisti e la sinistra “sociale” e ferroviaria della Democrazia Cristiana, ma che in realtà nell’accordo tra due oligarchie sancivano che la cultura liberale andava drasticamente esclusa. È chiaro che la cultura liberale non comprende la solfa che spesso viene agitata del neoliberismo, esposto agli interessi dei soggetti economici e finanziari dei promotori del turbo-capitalismo…”.

 

Di questi temi, letti nel contesto interno e internazionale, nella crisi della aggressione russa all’Ucraina, nella crisi della sinistra, nello scenario europeo e occidentale, ma anche nella situazione complessiva delle problematiche interne al nostro paese (sanitarie, economiche, del lavoro, dell’istruzione, della emarginazione della cultura laico, socialista, liberale, radicale) ha discusso l’ex vicesegretario del PSI Giulio Di Donato con Giuseppe Rippa.

 

Quello che segue è l’audiovideo di questa conversazione.

 


 

- Sinistra senza cultura delle trasformazioni. Conversazione Giulio Di Donato / Giuseppe Rippa

(Agenzia Radicale Video)

 

 


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Essere liberali
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