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04/12/24 ore

Donazioni e finanziamento della politica: le trasparenti contraddizioni del M5S



La "trasparenza" è uno dei caratteri distintivi su cui hanno da sempre puntato i 5 Stelle. Questo a parole. Nei fatti le cose in questi anni sono andate spesso diversamente da come ce la raccontavano.

 

Dalla struttura organizzativa a scatole cinesi al non statuto, dal ruolo della Casaleggio & Associati alla piattaforma Rousseau e al sacro Blog oggi meno sacro, l'opacità del MoVimento fa infatti a cazzotti con le prediche di tutti i giorni dei sacerdoti dell'onestà.

 

Prendiamo ad esempio il finanziamento della politica. In proposito i grillini si sono sempre vantati del loro metodo adamantino di raccolta fondi, a fronte della presunta rinuncia ai soldi pubblici. Luigi Di Maio è convinto che “la campagna elettorale non si baserà sui programmi, ma su chi la finanzierà...” “Dimmi chi ti finanzia e ti dirò per chi governerai" - ha detto, certo di stare con le carte in regola per non essere condizionato dalle lobby o presunte tali.

 

Perché l'unica lobby a cui risponderebbe è quella dei cittadini, attraverso ininfluenti micro donazioni di poche decine di euro. Magari attraverso l'utilizzo di "donamat", una macchinetta che ti rilascia persino la ricevuta. Il tutto in nome – appunto – di quella trasparenza che si vuole in futuro estesa a tutti, con l'introduzione di un tetto massimo ai contributi da parte dei privati.

 

Ma nel frattempo e in attesa che ciò accada, bando alla coerenza, si bada al sodo. Infatti, “sul blog del Movimento è spuntato un banner che segnala la possibilità di fare donazioni per la campagna elettorale oltre 5mila euro, con tanto di modulo da compilare per effettuare il versamento”.

 

un'esigenza tecnica per permettere i versamenti dei nostri gruppi regionali che fanno raccolte fondi, qualsiasi altra donazione oltre i 5mila euro sarà rimandata indietro" – ha spiegato il "candidato premier" in conferenza stampa, a chi gli ha fatto notare la contraddizione. Una giustificazione bizzarra, al limite della presa in giro e dell'abuso della credulità popolare.

 

Non è la prima volta che accade. Probabilmente si conta in questi casi sul fatto che il popolo italiano è “strano” e "ricoglionito", come ha ammesso uno sconsolato Alessandro Di Battista, a proposito della possibilità che i 5 Stelle non riusciranno a ottenere i consensi necessari per governare.

 

E dire che non è il solo a pensarlo. Ma con motivazioni diametralmente opposte. (A.M.)

 

 


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