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27/07/24 ore

Lapo Pistelli farà politica estera all’Eni


  • Antonio Marulo

Rischiava di passare alla storia come l’eterno vice alla Farnesina. Lapo Pistelli ne ha ricevuti infatti di sgarbi dal suo ex portaborse, ora inquilino di Palazzo Chigi: il primo quando, una volta defenestrata Emma Bonino, fu scelta la dilettante allo sbaraglio Federica Mogherini come Ministro degli Esteri, invece che il collaudato e allora già vice ministro; il secondo quando fu nominato un altro inesperto del settore, Paolo Gentiloni, per sostituire l’attuale Mrs Pesc. Ma da buon democristiano, Pistelli ha saputo fare buon viso a cattivo gioco, in attesa di cogliere l’attimo fuggente, arrivato poi puntuale. 

 

“A 51 anni si può cambiar vita”, ha detto alla Stampa. Come? Andando a lavorare per l’Eni, dove in qualità di vicepresidente senior dell’azienda si occuperà «di promuovere il business internazionale e di tenere i rapporti con gli stakeholders – in Africa e Medio Oriente – e dei progetti sulla sostenibilità».

 

La notizia ha fatto storcere il naso a qualcuno a cui non è piaciuto il passaggio di campo repentino. Ovviamente, il primo commento di rilievo è giunto da una persona in cima alla lista di quelli che dovrebbero in proposito non perdere l’occasione irripetibile per tacere. “Si dimette dal Governo per andare a lavorare in un'azienda controllata dal Governo. È questa la serietà della politica?" – si è chiesto così cinguettando senza pudore Corrado Passera, già manager di stato fra banche, Poste italiane e Alitalia fallita, passato improvvisamente alla politica per cooptazione montiana, prima di darsi a velleitari progetti politici di grandezza.

 

Diversamente dal leader di Italia Unica, Pistelli pare piuttosto procedere in senso inverso, sfruttando i buoni contatti costruiti in anni di gavetta nelle relazioni internazionali. Bando agli ipocriti annunci di addio alla professione, farà politica estera col cane a sei zampe in altro modo e con altri mezzi, nell’unica multinazionale che l’Italia può vantare, in un settore cruciale - quello energetico -  per costruire e formare i rapporti di forza economici e non solo. E ciò gli consentirà di avere un ruolo e un’influenza ben maggiore di quella gentilmente concessa dal boy scuot fiorentino.

 

Del resto, senza tanto scandalizzarsi, si è visto altrove di peggio: il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, una volta finito l’impegno alla guida della Germania, si è messo infatti a curare gli interessi della russa Gazprom. Se non altro Pistelli curerà i nostri. Almeno questo è l’auspicio.

 

 


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