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27/07/24 ore

Francia, Diane 35: la pillola della discordia


  • Serena Guerrera

È bufera in Francia sulla pillola Diane 35, prodotta da Bayer, prescritta per il trattamento dell'acne ma utilizzata anche come contraccettivo. A lanciare l’allarme è stato il direttore generale dell'Agenzia nazionale della sicurezza dei farmaci, Ansm, Dominique Maraninchi.

 

"In Francia - ha detto Maraninchi - la Diane 35, prescritta solo per la cura dell'acne, è usata anche come contraccettivo pur non essendo autorizzata per questo”. “In 25 anni sarebbero 125 i casi di decesso per trombosi venosa causata dall’utilizzo della pillola o dei suoi generici. Nello specifico - sottolinea poi il direttore dell'Ansm - in quattro casi l’insorgere della trombosi parrebbe essere stata causata senza ombra di dubbio dalla pillola in questione”.

 

La risposta della Francia è stata immediata: dal prossimo 31 marzo non sarà più rimborsato dalla previdenza sociale l’acquisto delle pillole contraccettive di terza e quarta generazione. Decisione presa dal ministro della Sanità francese, Marisol Touraine, a seguito degli allarmi lanciati da alcune ragazze che hanno subito danni a causa del contraccettivo.

 

La Bayer, il colosso farmaceutico che produce la pillola finita nell’occhio del ciclone, si difende sottolineando come il rischio della formazione di trombi sanguigni legati alla sua assunzione è “conosciuto e chiaramente indicato nel foglietto illustrativo” e che il trattamento non doveva essere prescritto in casi diversi dall’acne e sempre “nel rispetto di eventuali controindicazioni”.

 

La Francia ha dunque deciso di dare un giro di vite alla prescrizione e alla vendita delle pillole di ultima generazione, limitandone di conseguenza anche il consumo e si rivolge anche all’Europa chiedendo di fare altrettanto.

 

Ma la risposta – per il momento - dell’Ema, l’Agenzia Europea dei Medicinali, è stata che “attualmente non vi è nessuna nuova evidenza che suggerisca modifiche al profilo di sicurezza e, dunque, non vi è ragione per cui le donne debbano sospendere la loro terapia contraccettiva”. Sottolineando inoltre “di non aver avuto allarmi simili da nessun altro paese dell’Unione”.


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