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03/05/24 ore

Guantanamo, il limbo dei diritti umani



Cinque anni dopo che il presidente Barack Obama firmò l’ordine esecutivo per chiudere Guantánamo, secondo Amnesty International il fatto che la struttura continui a restare aperta è un evidente esempio dei doppi standard adottati dagli Usa nel campo dei diritti umani.

 

A 12 anni di distanza dai primi arrivi restano a Guantánamo oltre 150 detenuti, la maggior parte dei quali senza accusa: una manciata di detenuti sta affrontando il processo nell’ambito del sistema delle commissioni militari, che non rispetta gli standard internazionali sul giusto processo.

 

Dei quasi 800 detenuti di Guantánamo, meno dell’1% è stato condannato dalle commissioni militari e nella maggior parte dei casi a seguito di un patteggiamento. Gli Usa – denuncia Amnesty - si aspettano da altri paesi ciò che essi rifiutano di fare: accogliere i detenuti rilasciati che non possono essere rimpatriati.

 

A seguito di tale rifiuto, anche coloro che hanno ottenuto una sentenza di rilascio continuano a rimanere a Guantánamo: il trasferimento, nel dicembre 2013, di tre cinesi di etnia uigura in Slovacchia è avvenuto dopo che erano trascorsi più di cinque anni dalla sentenza che aveva giudicato illegale la loro detenzione.

 

Più di 70 detenuti, in maggior parte cittadini dello Yemen, sono stati autorizzati al trasferimento ma l’amministrazione Usa si è appellata alla situazione di sicurezza nel loro paese e ad altre considerazioni per ritardare la loro uscita da Guantánamo.

 

"I detenuti di Guantánamo rimangono in un limbo, le loro vite sospese da anni. Molti di essi hanno subito gravi violazioni dei diritti umani, tra cui la sparizione forzata e la tortura, ma l’accesso a un rimedio giudiziario è stato sistematicamente bloccato e l’accertamento delle responsabilità è stato minimo" ha sottolineato Erika Guevara Rosas, direttrice del programma Americhe di Amnesty International.

 

"Anno dopo anno, mentre tenevano aperto Guantánamo, gli Usa hanno continuato a proclamare il loro impegni per gli standard internazionali sui diritti umani - ha continuato Guevara Rosas - Se qualsiasi altro paese fosse stato responsabile del vuoto di diritti umani rappresentato da Guantánamo, avrebbe certamente attirato la condanna degli Usa".

 

Amnesty International chiede dunque alle autorità statunitensi di assicurare indagini indipendenti e imparziali su tutte le denunce credibili di violazioni dei diritti umani commesse a Guantánamo e in altri centri di detenzione: le conclusioni di queste indagini dovrebbero essere rese pubbliche e chiunque venisse giudicato responsabile di crimini di diritto internazionale dovrebbe essere portato di fronte alla giustizia, a prescindere dal suo attuale o passato rango. La segretezza sulle violazioni dei diritti umani commesse dall’esercito e dai servizi segreti degli Usa deve terminare. (fonte Amnesty International)


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