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06/11/24 ore

Cuba introspettiva a La Nuova Pesa di Roma


  • Giovanni Lauricella

Nella galleria “La Nuova Pesa” si possono vedere le opere di nove artisti cubani, una novità per noi italiani che non conosciamo le nuove proposte culturali di questo paese.

 

Sono foto, installazioni, video e disegni di artisti di diverse generazioni, dal 1980 ad oggi che Giacomo Zaza, studioso della realtà cubana, ci propone in un ambizioso progetto politico intitolato Cuba introspettiva.

 

Ambizioso perché si parla di un paese che ancora stenta a uscire da un isolamento dal quale pare abbia difficoltà enormi a liberarsi.

 

Se ricordate, si pensava che dopo la visita di Papa Francesco, nel 2015, sembra ormai lontana, che aprì la diplomazia cubana al resto del mondo, le cose migliorassero. Addirittura il 21 marzo venne in visita a Cuba il “grande nemico” Obama: gesto conciliatorio, che portò a seguito i Rolling Stones, che si esibirono gratis pochi giorni dopo, il 25, sulla spiaggia della capitale, in un grandioso concerto, con fuochi d’artificio e tanta gente festante venuta in senso solidale da ogni parte del mondo.  

 

Bene, a quel tempo sembrava che tutto cambiasse e che tutto fosse risolto, fu forse il successo più grande di Papa Francesco che si era appena messo da poco gli abiti di capo della chiesa e che subito incendiò di speranze il Sud America.

 


 

Onda lunga del fenomeno storico che abbiamo vissuto qui da noi, per chi li ha visti, in due documentari, The Rolling Stones Havana Moon in Cuba e The Rolling Stones Olè, Olè. Olè; quest’ultimo, da me recensito, evidenziava l’importanza del ruolo sociale della sub-cultura nell’evoluzione dei popoli, anche se l’associazione della musica rock con la libertà non è del tutto ovvia come potrebbe sembrare.

 

La premessa sulla storia, la cultura e addirittura sul ruolo sotterraneo della sub-cultura diventa obbligatoria per far capire il recente mutamento che ha avuto Cuba e anche che cosa potrebbe rappresentare questa mostra adesso, nella situazione internazionale nella quale ci troviamo. C’è in gioco l’indirizzo culturale dei popoli e in primis quello del popolo cubano.  

 

Una mostra di alta qualità e complessa per contenuti dove  Lázaro Saavedra, Tonel, Glexis Novoa, Luis Gomez Armenteros  più anziani e Javier Castro, Levi Orta, Grethell Rasúa, Glenda León, Celia-Yunior –  più giovani, evidenziano che è ancora lungo il percorso da fare per ristabilire una desiderata floridità economica nella non resa “alle logiche di potere del suo storico antagonista americano” come spiega Giacomo Zaza.

 

Se la buttiamo sull’antagonismo, il popolo cubano non dovrebbe aspettare altri decenni per realizzare il benessere sociale. In questo senso   l’atteso prossimo evento sub-culturale paradossalmente potrebbe essere quello degli AC/DC con It's a Long Way to the Top (If You Wanna Rock 'n' Roll) di cui già prevedo un grande flop, perché l’heavy metal è una musica potenzialmente “razzista”, ha grande seguito solo fra i bianchi, come diceva Sting, ex-Police …

 


 

In Cuba introspettiva gli artisti, mettendosi in gioco in prima persona, esprimono una società  travagliata  da problemi vari, con sperimentazioni visuali che interpretano le relazioni tra spazio interiore e pubblico tra “dentro” e “fuori” tra realtà e  finzione. In alcune altre elaborazioni notiamo intenti di miglioramenti sociali rivisitati in strategie filantropiche e micro-esperienze sociali, anche con uso di mezzi digitali.

 

Toccante è stata la performance di Grethell Rasùa sul perdono scritta con il proprio sangue di fronte a un pubblico attonito.

 

“La performance Para el bien mayor (2019) che ho realizzato durante l’inaugurazione di CUBA INTROSPETTIVA a cura di Giacomo Zaza fa parte di una serie di opere che illustrano la mia attitudine personale di fronte alla vita. Mi riferisco all’abbellimento delle mie idee ma incitando con la mia azione a una presa di coscienza per il bene collettivo con la partecipazione del pubblico.

 

Considero che è importante ripulire il passato per poter andare avanti stando bene con noi stessi, e perdonare è una buona strada per opporci e liberarci delle eredità non desiderate, che siano familiari o sociali. Per illustrare questa idea, con il mio sangue ho scritto l’orazione del perdono e dopo ho coperto una lampadina con lo stesso sangue perché ne fosse illuminato” racconta Grethell Rasúa (traduzione dallo spagnolo di Federica La Paglia).

 

 

Sugli stessi temi della mostra ci sarà una serata di poesia cubana contemporanea presso la Casa delle Letterature di Roma il 14 novembre.

 

 

Cuba introspettiva

Lázaro Saavedra, Tonel, Glexis Novoa, Luis Gomez Armenteros, Javier Castro,

Levi Orta, Grethell Rasúa, Glenda León, Celia-Yunior

A cura di Giacomo Zaza

Fino al 10 gennaio 2020

La Nuova Pesa

Via del Corso 530 Roma

 

 

 

 


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