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18/04/24 ore

The Dressmaker - Il diavolo è tornato: abiti usati come proiettili



The Dressmaker - Il diavolo è tornato”della regista, sceneggiatrice e produttrice australiana JocelynMoorhouse, tratto dal romanzo omonimo di RosalineHam, evidenzia ancora una volta il costante legame tra cinema e letteratura.

 

Il racconto inizia nel 1951 a Dungatar, un paesino isolato dal mondo, in cui la bella Tilly (Kate Winslet) ritorna per assistere Molly (Judy Davis), la madre malata e mentalmente instabile.

 

Cacciata dal paese venti anni prima per un drammatico incidente da lei rimosso a livello psicologico, vi ritorna come affermata stilista suscitando ancora una volta sospetti, pettegolezzi e intrighi tra gli ipocriti e malevoli abitanti.

 

Nonostante tutto ciò, la talentuosa Tilly riesce a guadagnarsi l’ammirazione delle signore che fanno a gara per acquistare i suoi meravigliosi abiti. Quando tutto sembra andar bene, sia per il nuovo rapporto stabilito con i villici sia per l’amore del bel Teddy (Liam Hemsworth), il passato riemerge e con esso tutta la cattiveria degli abitanti, scatenando in Tilly un distruttivo sentimento di vendetta.

 

Una senso di desolazione suscitano gli squallidi paesaggi sui quali si agitano personaggi strani, grotteschi, cattivi, visti attraverso una sorta di lente deformante che ne evidenzia i difetti: solo Tilly e i suoi splendidi abiti portano una nota di vivacità e di colore in quelle desertiche lande.  

 

Chi si aspetta di vedere un film simile al “Il diavolo veste Prada” di D. Frankel, resta certamente sorpreso poiché qui i vestiti non rappresentano solo il mondo della moda: inizialmente sono il simbolo di un riscatto dal passato attraverso gli effetti positivi di una mentalità più aperta appresa da Tilly oltreoceano, in una seconda fase gli abiti diventano strumento di vendetta, come pallottole scaricate contro gli abitanti dell’ottusa società di Dungatar.

 

Film particolare che fa riflettere e segna un cammino in ascesa per la regista, nonché sceneggiatrice,  dopo opere come “Gli anni dei ricordi” e “Segreti”.

 

Degni di menzione sono gli  abiti della costumista M. Boyce, l’ottimo cast di attori, la fotografia Donald McAlpine, le musiche di David Hirschfelden, la scenografia di Roger Ford. Il film è stato presentato al Festival di Toronto 2015 e si è già guadagnato diverse nomination all’AACTA AWARD australiano.

 

Giovanna D’Arbitrio

 

 


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