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05/12/25

Anna Mahjar-Barducci: Dove va la destra americana? America First è solo uno slogan indefinito


Categoria: STILE LIBERO
Pubblicato Giovedì, 06 Novembre 2025 11:55
  • Anna Mahjar-Barducci

Il movimento conservatore dovrebbe prendere sul serio "America First". Questo slogan, un tempo unificante, sta ora dividendo la destra a metà, e nessuno si è fatto avanti per definire cosa significhi realmente per gli Stati Uniti nel 2025.

 

La spaccatura si sta manifestando in tempo reale. Voci come Tucker Carlson, Marjorie Taylor Greene, Candace Owens e Nick Fuentes sostengono che "America First" escluda "Israel First". Hanno spinto per la rottura dei legami tra Stati Uniti e Israele, sostenendo che miliardi di aiuti a Tel Aviv danneggiano i lavoratori e le famiglie americane. Dall'altro lato, il conduttore radiofonico Mark Levin ha definito quell'idea "malata", scatenando accesi dibattiti online. 

 

Ma entrambi gli schieramenti mancano il bersaglio: si scagliano senza affrontare i fondamentali, lasciando confusi i giovani conservatori. Entrambe le parti eludono la questione più importante: nel mondo odierno – con la Russia che spinge oltre i confini, la Cina che espande la sua influenza politica, economica e militare e l'Iran che persegue ambizioni nucleari – "America First" significa difendere un ordine mondiale unipolare, in cui i valori democratici liberali regnano sovrani, o arrendersi al multipolarismo?

 

Accettare il multipolarismo significherebbe che gli Stati Uniti debbano ridurre la propria influenza, affrontando battute d'arresto economiche, militari e politiche. In un mondo multipolare, gli Stati Uniti cesserebbero di essere la superpotenza leader. Se "America First" significa concentrarsi esclusivamente sulle questioni interne e accettare il multipolarismo, Washington dovrebbe tollerare l'ascesa di nuovi "poli" geopolitici.

 

In un simile scenario, non ci sarebbe un Occidente collettivo che lotta per preservare un ordine unipolare. Russia, Cina, Corea del Nord, Iran e Fratelli Musulmani – tutti sostenitori del multipolarismo – sarebbero quindi liberi di costruire i propri blocchi per sfidare l’Occidente.

 

Tuttavia, se "America First" significa mantenere l'influenza degli Stati Uniti a livello globale, allora implica il rafforzamento dell'ordine mondiale unipolare plasmato dopo il crollo dell'Unione Sovietica. Tuttavia, l'unipolarità dipende anche dal sostegno dell'Occidente Collettivo, la rete di alleati disposti a sostenere e difendere la leadership statunitense. In questo contesto, Israele è un alleato cruciale: contribuisce a prevenire l'emergere di nuovi poli geopolitici in Medio Oriente che minaccerebbero l'ordine guidato dagli Stati Uniti.

 

La lotta di Israele contro l'Iran e Hamas, il braccio armato dei Fratelli Musulmani, che rifiuta lo Stato-nazione a favore di un califfato transnazionale, sostiene direttamente la supremazia e l'unipolarità degli Stati Uniti. Allo stesso modo, Taiwan e le Filippine si pongono come parte dell'Occidente Collettivo, resistendo ai tentativi della Cina di costruire un polo opposto a Washington.

 

In questo contesto, il movimento conservatore dovrebbe promuovere i valori delineati dal commentatore conservatore John O'Sullivan: una democrazia maggioritaria basata sulle garanzie costituzionali di libertà di parola, libera associazione, libertà di stampa e altre libertà necessarie per garantire che il dibattito sia reale e le elezioni siano eque.

 

I conservatori non conquisteranno la Generazione Z – né chiunque altro – finché non risponderanno direttamente a quale ordine mondiale il movimento intende perseguire. "America First" dovrebbe rappresentare la leadership dell'ordine mondiale. Eppure, al momento, "America First" è solo uno slogan indefinito, ed è proprio la sua mancanza di chiarezza a rendere il campo conservatore così diviso e confuso.

 

con American Thinker (Pensatore Americano)

 

 



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