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17/05/24

Toto-Quirinale, la rosa appassita dei nomi rosa


Categoria: POLITICA
Pubblicato Martedì, 11 Novembre 2014 14:19

Eh sì, il “paese è pronto”, ha detto il presidente della Camera Laura Boldrini. “Il tempo di eleggere una donna è maturo”, ha incalzato un rottamato d.o.c. come Massimio D’Alema intervistato da Lilli Gruber a La7, dopo aver ribadito che “lui ora gira il mondo e fa un altro mestiere“ (sic!) e che “da zero a 100” il Quirinale gli interessa a un livello “molto vicino allo zero”.

 

Insomma, siamo alle solite: il toto-Quirinale si tinge di rosa; di elezione in elezione sempre di più. Una volta - si era nella Prima repubblica inoltrata - c’era comunque una Tina Anselmi, una Nilde Iotti o una Susanna Agnelli da buttare nel calderone tanto per... Erano poche ma forse più brave o comunque più attrezzate. Oggi, il novero delle quirinabili si è ampliato, sull’onda della demagogia di genere. In proporzione – segno dei tempi e, qualcuno direbbe, questo ci passa il convento - è calata la qualità e lo spessore politico.

 

A parte Emma Bonino - che pure una storia, un curriculum, un'autorevolezza costruita nel tempo, un’esperienza, una personalità politica riconosciuta ce l’ha (e proprio per questo è stata sostituita alla Farnesina dalla inadeguatezza tutta teoria e nessuna pratica di una rappresentante della cosiddetta Generazione Erasmus) -, il ventaglio di nomi al femminile che si fanno per il dopo-Napolitano è politicamente poco esaltante, a tratti sorprendente per non dire sconcertante, in linea probabilmente con una scelta di basso profilo che non disturbi troppo i manovratori. Spiccano così i nomi di Roberta Pinotti, di Paola Severino, della stessa Laura Boldrini; e poi, immancabile ormai, c'è Anna Finocchiaro

 

Per quest’ultima resta il mistero irrisolto. Alla vigilia della rielezione dell’attuale Presidente, su questa Agenzia si scrisse del curioso caso che la riguarda e che oggi ritorna: è trascorso un anno e mezzo, Napolitano forse lascia, e i retroscenisti la rimettono in lista. Nel fare i complimenti al suo ufficio stampa, la domanda fin qui inevasa resta tale: ma perché?! (A.M.)

 

 



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