Si continua a girare attorno al problema, visto che l’idea dell’amnistia appare troppo indigesta. Ora il Tribunale di Padova, con le migliori buone intenzioni, invia alla Corte Costituzionale la norma che consente il rinvio dell’esecuzione della pena per grave malattia, affinché, con sentenza additiva, aggiunga che il rinvio può essere disposto anche quando l’esecuzione avvenga in condizioni disumane.
E così si torna al solito discorso che in prigione ci stanno non i condannati, ma coloro per i quali la detenzione è soltanto una misura preventiva, perché, con formulazioni generiche, possono scappare o inquinare le prove o reiterare il reato, disposizione che consente una latitudine interpretativa tale da privare di ogni garanzia un imputato, che poi, come per l’appunto succede, in moltissimi casi viene assolto. E come se questa latitudine interpretativa non possa consentire che sia sollevata una questione di legittimità costituzionale.