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30/04/24

Coppie di fatto e biotestamento: Bevilacqua, un caso esemplare


Categoria: DIRITTI E LIBERTA'
Pubblicato Lunedì, 28 Gennaio 2013 12:53
  • Florence Ursino

Il ricovero lo scorso ottobre per uno scompenso cardiaco, poi un'infezione alla vie respiratorie e la degenza nell'unità di Terapia intensiva della clinica privata 'Villa Mafalda', a Roma. Qui, in una camera da 3000 euro al mese, Alberto Bevilacqua, 78 anni, gioca a scacchi con la morte e, inconsapevolmente, contro un sistema deciso a declassare la Regina a semplice pedone.

 

Per Michela Macaluso, compagna decennale dell'autore de 'La Califfa', “quello che conta è solo la salute di Alberto”, non adeguatamente tutelata nella struttura capitolina dalla retta piuttosto onerosa (si parla di circa 640 mila euro per tre mesi di ricovero): per la donna lo scrittore necessiterebbe di un trasferimento in reparti forse più attrezzati di un ospedale pubblico, opinione non condivisa dai responsabili di 'Villa Mafalda' contro cui Michela Macaluso decide infine di sporgere denuncia alla Procura.

 

Il dottor Bevilacqua è lucido e cosciente” dicono i medici della clinica in completa “sintonia con la sorella” dello scrittore (lontana da Roma e, a quanto pare, non perfettamente a conoscenza del grave stato di salute del fratello); per chi invece, come Michela Macaluso, di quell'uomo che ha avuto accanto negli ultimi dieci anni conosce ogni singolo tratto, le cose non stanno così.

 

Ma la sua volontà è ferocemente imbrigliata nelle pesanti maglie del diritto italiano: Miti (nome d'arte della donna, attrice e scrittrice), compagna e non moglie, non può in alcun modo scegliere o agire in rappresentanza del partner; qualsiasi sua azione, lex imperat, non ha nessun valore.

 

Delegittimata di un ruolo su cui nessuno dovrebbe sindacare, odierno simbolo della vischiosa tela in cui uno Stato laico e democratico cattura le libertà fondamentali dei suoi cittadini, Michela Macaluso si ritrova suo malgrado al centro di una vicenda che mette nuovamente in discussione quelle questioni etiche strategicamente escluse dall'agenda politica italiana: l'annosa questione delle coppie di fatto e l'urgenza del testamento biologico.

 

Come spiega Silvio Viale, presidente di Radicali Italiani, “la vicenda di Bevilacqua ha due profili. Il primo è il non riconoscimento della compagna come interlocutrice, quando non si é riusciti a indicarla come persona di riferimento al momento del ricovero o in precedenza; il secondo profilo riguarda le condizioni sanitarie di Alberto Bevilacqua e il consenso alle scelte terapeutiche”.

 

Due diversi punti di vista, due prospettive parallele sullo stesso tragico, vergognoso panorama: quel “limbo di indifferenza e di cinica convenienza che circonda queste vicende”. 'Famiglia' è la parola d'ordine stabilita dalla cattolica Italia, ma solo sulla carta: il valore cristiano di un naturale modus vivendi viene massacrato e svuotato di ogni sua sacralità, ridotto a discriminatoria classificazione, a pura scelta di convenienza, a ricattatoria realtà.

 

Consuetudine, oramai, in un Paese che sembra aver totalmente estromesso dal proprio vocabolario un desueto, quasi utopico, aggettivo: 'liberale'.



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