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18/04/24

Nell’Inferno romano dei Rom


Categoria: STILE LIBERO
Pubblicato Venerdì, 14 Novembre 2014 18:38

Nella mala bolgia infernale che è divenuta Roma, dai roghi ai topi, dagli scontri al degrado, un’attenzione particolare merita l’Inferno dei Rom: ben conoscendolo chi scrive, si offre di fare da Virgilio per i suoi Cerchi.

 

Antinferno

 

Non meritano neppure di rientrare in quest’Inferno tutti quei cittadini buoni solo a volgere lo sguardo dall’altra parte mentre vengono spaccate le baracche sulle teste delle famiglie disperate. Se chi firma le petizioni per gli sgomberi e va in strada a gettare le molotov contro i rifugiati è certamente un violento, è anche vero che chi resta a guardare assentandosi dal dibattito o sedendo nei municipi con sguardo vacuo non è né carne né pesce, ed è anche colpa loro se poi è la folla inferocita a decidere, a Roma, se si sposta o meno un centro d’accoglienza.

 

Limbo

 

I minori nei campi vivono una non-vita, privati dell’istruzione, dell’inclusione sociale, dell’assistenza di base: una condizione di partenza che li prepara ad essere persone con difficoltà d’integrazione. I ripetuti sgomberi che li segnano dalla più tenera infanzia si uniscono alla segregazione razziale nei campi nomadi, e i milioni di euro spesi per tenerli in classe a disegnare le ruspe che distruggono le loro case, oltre a non produrre alcun risultato, sono un insulto alla loro stessa povertà.

 

Cerchio dei Lussuriosi


Grazie al sistema "campi", molte ragazze madri le abbiamo incontrate sulla strada, distrutte dalle droghe e dall’alcol, ad incrementare il già ampio flusso di prostituzione nelle zone periferiche come la stessa Tor Sapienza e via Togliatti. Altre sono costrette a concedersi negli stessi campi, per avere un alloggio o magari perché qualche funzionario compiacente ripari loro la porta del container.

 

Cerchio dei Golosi

 

Le cooperative di gestione non hanno nessuna voglia di rinunciare a un indotto pari a 23 milioni di euro solo nello scorso anno, e difendono il sistema campi con progetti volti a segregare e non a includere. Se un buon esempio è fornito dal piano per la costruzione del nuovo campo nomadi a Ciampino, denunciato dall’Associazione 21 Luglio, non si possono non citare gli oltre 60 milioni di euro spesi dalla giunta Alemanno tra vigilanza e gestione, mantenendo in vita una vera e propria azienda.

 

Cerchio degli Avari e dei Prodighi

 

Tragico l’allarme della CARITAS sul profilo sanitario di una minoranza la cui speranza di vita media continua a essere di 10 anni inferiore a quella degli altri: spesso gli ospedali respingono le persone malate, mentre abbiamo potuto constatare come ai genitori dei bambini morti vengano talvolta persino negate le autopsie dei figli. Per contro, l’amministrazione spende milioni di euro in non meglio identificati "presidi di gestione", sebbene nessun presidio medico impedisca che i residenti si ammalino di epatite, con l’unico esito possibile di propagare epidemie e pidocchi.

 

Cerchio degli Iracondi e degli Accidiosi

 

Crescendo di panico per le strade: siamo arrivati al punto che i cittadini del quartiere si scagliano contro i centri per i rifugiati, gettando molotov e bombe carta, dando sfogo alla loro violenza e seminando insulti razzisti, urlando un generico "devono andarsene" senza portare né ascoltare proposte. Degna risposta, l’immobilismo del Comune, che sta a guardare e promette che poterà gli alberi.

 

Cerchio degli Eretici e degli Epicurei

 

Chi soffre di più nei campi sono le minoranze nelle minoranze: un esempio, i Sinti evangelici che abitano a ridosso de La Barbuta e subiscono da un lato le vessazioni del racket che gestisce il campo, dall’altro le malattie che sviluppano vivendo sull’amianto e l’eternit. A Castel Romano, dei circa 200 serbi ortodossi rinchiusi con quasi mille bosniaci, perlopiù musulmani, fuggiti tutti dalla guerra dell’ex Jugoslavia per riviverne il dramma in un lager a oltre 20 km dal centro abitato, ne sono rimasti sei o sette: gli altri sono dispersi nelle varie abitazioni occupate.

 

Cerchio della Violenza

 

1. Bolgia degli Omicidi

 

Nonostante sia ufficiale che le emissioni della fabbrica BASF siano letali e che a Salone si respiri il gas del deposito gpl limitrofo, senza contare le epidemie interne, nessun progetto implica la chiusura di un campo dove le persone deportate sono condannate a un alto tasso di mortalità. In risposta alle ditte che vanno a scaricare abusivamente nei campi nomadi, pagando affinché qualche disperato elimini i rifiuti con i roghi tossici che lui stesso è costretto a respirare, l’amministrazione ha fatto unicamente sgomberi illegittimi e con scarso preavviso, che hanno provocato ulteriori tragedie e aborti spontanei per gli shock.

 

2. Bolgia dei Suicidi e degli Scialacquatori

 

All’interno di campi autorizzati come Salone e La Barbuta si sono formate delle gang che si contendono la gestione del campo, ottenendo solo un degrado peggiore e mettendo a rischio l’incolumità dei minori. Dei 23 milioni di euro spesi, non un euro è stato finalizzato a risolvere queste problematiche, ma solo a mantenere l’attuale sistema, fra sgomberi e costi di gestione, incrementando la violenza e il dolore.

 

3. Bolgia dei Bestemmiatori, dei Sodomiti e degli Usurai

 

Attesa a Roma la visita di Matteo Salvini (Lega Nord), il quale anziché scusarsi con il Pontefice per averlo insultato al fine di difendere le proprie tesi razziste, si atteggia ora a perseguitato dopo lo scontro con i centri sociali e si prepara al giro turistico dei campi nomadi e delle periferie. Il sindaco, accusato di violare i diritti umani a partire dal terzo mese di sindacatura, ha risposto con iniziative di facciata, dal cambiamento di nome delle circolari da "nomadi" a "Rom, Sinti e Caminanti" fino alla squallida pantomima dei matrimoni gay. Domenico Spada, campione Rom dei pesi medi che aveva lottato tutta la vita per mantenersi onesto ed essere d’esempio per i più giovani con iniziative umanitarie subendo boicottaggi ed oscuramento mediatico, è stato arrestato con l’accusa di usura: la stampa che lo censurava lo sta linciando in queste ore.

 

Cerchio delle Malebolge

 

1. Bolgia dei Ruffiani e dei Seduttori

 

Il campo de La Cesarina, nato con la gestione di Cesare Galli condannato per il famigerato "lager degli immigrati" e sotto i riflettori per le vessazioni e le tangenti all’interno del campo, è oggi in ristrutturazione: i residenti sono stati deportati a via Visso in stanze senza finestre, e nel campo sorge una discarica abusiva. In campi autorizzati come quello in via dei Gordiani continua la pratica del sesso in cambio di alloggi e favori, diffusa in vari campi nomadi, per cui sono stati già arrestati due agenti della polizia municipale a via di Salone pochi mesi or sono.

 

2. Bolgia degli Adulatori e dei Lusingatori

 

La stampa di sinistra che tuonava contro Alemanno tace ora in un silenzio ributtante. Lo stesso si può dire del settore ‘moda’ dei diritti umani, che un tempo organizzava sfilate e passerelle contro gli sgomberi e oggi sembra ancora in attesa di un segno da parte della divina presenza in Campidoglio.

 

3. Bolgia dei Simoniaci

 

La Comunità di Sant’Egidio, in prima fila contro l’ex sindaco per tutta la durata del suo mandato, tace le violazioni dei diritti umani e fa comunicati stampa sorridenti con l’assessore Cutini, esponente dell’associazione, sottolineando passi avanti che solo loro riescono a vedere. Dei cardinali che si esibivano a Tor De’ Cenci, nessuna traccia: l’assessore sotto accusa dal Comune di Roma al Parlamento Europeo sembra piaccia alla stessa ala cattolica che temeva le lacrime di Nostro Signore quando non aveva una quota in Campidoglio.

 

4. Bolgia dei Maghi e degli Indovini

 

Di fronte alle violenze come quelle accadute a Tor Sapienza, l’invasione sulla stampa dei profeti di sventura è l’unica cosa peggiore dei feriti e delle cariche in strada. Si distingue, come sempre, il Movimento 5 Stelle, che mentre predice il disastro sociale si è guardato bene dal sostenere qualunque iniziativa a sostegno della Strategia nazionale d’inclusione per Rom, Sinti e Caminanti.

 

5. Bolgia dei Barattieri

 

Unico progetto "d’inclusione" varato da Roma Capitale, il piano per La Barbuta, grazie al quale sarà realizzato un nuovo campo nomadi gestito dalla cooperativa Capodarco, che guadagnerà così oltre 500.000 euro l’anno per i prossimi quindici anni. Dei 500 residenti nel campo, più i Sinti accampati all’esterno, solo 420 troveranno posto nel nuovo lager made in Marino.

 

6. Bolgia degli Ipocriti

 

La presidente della commissione delle politiche sociali Erica Battaglia rifiutò in gennaio la proposta iniziale di Leroy Merlin per questo campo autorizzato, La Barbuta, compatibile con la Strategia d’inclusione, appellandosi alle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi popolari. La multinazionale voleva il terreno su cui sorge l’insediamento e si era offerta di costruire dei prefabbricati, ma il Comune ha optato per un nuovo campo, con l’appalto a un’a.t.i. composta da Leroy Merlin, la ditta di edilizia Stradaioli e la cooperativa Capodarco, fondata e presieduta dal padre della Battaglia: Augusto Battaglia.

 

7. Bolgia dei Ladri

 

Stigmatizzati come ladri, i Rom che vivono nei campi non hanno alcuna opportunità lavorativa né d’inclusione, e subiscono un trattamento che sembra incentivarli proprio al furto e alla rapina, sebbene non sia una maggioranza quella che delinque nonostante la segregazione in circuiti criminogeni. I pochi Rom che riescono a uscire da quella condizione nascondono la loro etnia per paura della discriminazione, grazie alla stampa che soffia sul fuoco e alle dichiarazioni irresponsabili di esponenti politici che sembrano non accorgersi di come le loro parole spingano il popolo alla violenza.

 

8. Bolgia dei Consiglieri Fraudolenti

 

Continua la pratica, inaugurata con la giunta Alemanno, dei portavoce Rom non eletti, che spesso coincidono con gli esponenti del racket oppure sono al centro di epopee, come quella di Najo Azdovic, che fanno riflettere su chi siano i referenti dell’amministrazione e come vengano scelti. Quando Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 Luglio, è stato minacciato dal racket nella persona di Sartana Halilovic perché si stava interessando al succitato progetto La Barbuta, si trovava al Municipio VII: nessun consigliere presente ha alzato un dito, né ha chiamato le forze dell’ordine, che non sono intervenute.

 

9. Bolgia dei Seminatori di Discordia

 

Le politiche dei gestori della sicurezza si sono concretizzate in interventi violenti e non risolutivi come le operazioni di "bonifica" in via Salviati 2, che hanno prodotto unicamente ritorsioni e tensioni sociali. L’amministrazione non sembra comprendere che mandare il vicecomandante della polizia municipale a spruzzare spray urticante negli occhi di un bambino di due anni difficilmente può essere percepito come un messaggio dialogico che riduca la tensione fra residenti dei campi e abitanti del quartiere.

 

10. Bolgia dei Falsari

 

L’opposizione, in compenso, continua a gonfiare cifre e ad accusare un’etnia dei problemi sociali, culturali e di sicurezza che affliggono la città, manipolando i dati e istigando all’odio razziale, con le conseguenze cui purtroppo abbiamo assistito. Memorabile Gianni Alemanno, che si reca al quartiere di Tor Sapienza ordinando lo sgombero di Salviati 2, almeno quanto Ignazio Marino, che prontamente esegue.

 

Cerchio del Tradimento

 

1. Zona Caina

 

La presenza radicale presso le istituzioni capitoline tace sugli interessi particolari, si guarda bene dal fare nomi e non ha mai denunciato le violazioni dei diritti umani che le ordinanze firmate dal sindaco hanno comportato, al fine di mantenere gli equilibri politici con Ignazio Marino a ogni costo. Ribadire un generico "no ai campi" e farsi le foto con lo stesso Stasolla per cui non hanno alzato un dito quando è stato minacciato sotto i loro occhi è solo un modo per continuare a tirare in ballo Gianni Alemanno e Roberto Maroni, pur di difendere la più disastrosa sindacatura dai tempi di Tarquinio il Superbo.

 

2. Zona Antenora

 

Gli stessi esponenti di SEL che hanno firmato l’Agenda 21 Luglio e si opponevano agli sgomberi di Alemanno sono oggi assenzienti con la linea Marino, e difendono l’amministrazione a spada tratta, mentre il vicesindaco s’intrattiene, stando alle intercettazioni, al telefono con i centri sociali per rassicurarli sugli sgomberi. "Partono tutti incendiari e fieri, ma quando arrivano sono tutti pompieri", cantava Rino Gaetano.

 

3. Zona Tolomea

 

Il partito di maggioranza ha mostrato inequivocabilmente che l’opposizione interna a Marino viene prima del governo della città, pertanto si ricorda della questione Rom solo in casi come quello del progetto La Barbuta, ovvero quando si tratta di difendere interessi particolari. Va detto che se anche Marino fosse stato l’uomo della provvidenza venuto a risolvere i problemi della città, grazie al Partito Democratico non lo sapremo mai: per fortuna, questa possibilità di rimpianto appare alquanto remota.

 

4. Zona Giudecca

 

Le promesse fatte in campagna elettorale dal sindaco Ignazio Marino sono state ormai irreparabilmente infrante: il risultato è l’Inferno stesso che vivono i cittadini Rom e romani. Il sindaco ha voltato le spalle ai Rom che si erano recati in massa alle urne per votarlo e a tutti quei romani che speravano in una sindacatura che risolvesse i problemi sociali tramite l’inclusione e il rispetto dei diritti umani.

 

Caro sindaco, che ne pensa di porre fine a questo presunto "metodo del rigore" fatto di sgomberi illegittimi e politiche di segregazione, affinché possiamo uscire a riveder le stelle?

 

Gianni Carbotti e Camillo Maffia

 

 



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