20/04/24
Appena giungono nelle coste del mediterraneo i barconi colmi di migranti, che rischiano la loro vita in mare pur fuggire dalla carestia e da conflitti civili sanguinari (perché di questo si tratta nella stragrande maggior parte dei casi), nel panorama politico italiano insorgono le accuse all’Unione Europea di non interessarsi del problema degli sbarchi degli immigrati sollevate con più vigore dagli esponenti di buona parte del centrodestra e della Lega Nord-Padania.
Ora l'Unione ha grandissime responsabilità su una serie vastissima di mancati interventi. Vale però la pena che assieme alle responsabilità di Bruxelles sulla vicenda degli sbarchi, si identifichino anche le responsabilità italiane.
Se si fanno i conti con la realtà, non sono del tutto fondate tali accuse, poiché dopo la tragedia di Lampedusa l’Unione europea ha stanziato 30 milioni di euro (oltre quelli già stanziati durante il bilancio 2007-2013).
Soltanto in questo periodo l’Italia ha ricevuto 479 milioni di euro, il 13% della somma destinata per la gestione dei migranti e richiedenti asilo. Inoltre nella nuova programmazione economica il nostro paese ha a disposizione per i prossimi 7 anni 522 milioni di euro.
Dall’UE però non arrivano solo risorse finanziare, infatti, esiste Frontex (agenzia europea che fornisce l’assistenza nel pattugliamento delle frontiere). E poi è stato anche varato un programma europeo denominato Eurosur, per l’intensificazione dello scambio d’informazioni e la cooperazione tra le autorità dei paesi UE. Forse inadeguato e insufficiente il tutto, ma l'Italia che fa?
Buona parte della nostra classe dirigente politica, nell’affrontare l’emergenza sociale degli sbarchi dei disperati è assolutamente priva di buon senso e di un minimo di onestà intellettuale, che se ci fosse ci darebbe maggiore forza contrattuale in Europa.
Viene spontaneo chiedersi che fine fanno e come vengono utilizzati dall’Italia i fondi che ottengono dall’Unione europea...