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18/04/24

Legge elettorale, Bonino: "lo stalking del Quirinale"


Categoria: RIMANDI
Pubblicato Venerdì, 16 Novembre 2012 11:29

Vicepresidente del Senato, Radicale, donna. Arrabbiata per il "pessimo spettacolo" che stanno dando i partiti sulla legge elettorale e per le ingerenze del Quirinale.

In proposito, l'intervista di Emma Bonino a Il Fatto Quotidiano che qui di seguito proponiamo.


 

Emma Bonino, il Capo dello Stato ha appena dichiarato che il suo ruolo non è solo quello di "tagliare i nastri".

 

Lo dice la Costituzione cosa può fare il presidente della Repubblica. In uno Stato di diritto ognuno deve fare il proprio mestiere attenendosi alle regole stabilite.

 

E Giorgio Napolitano dove le sta contravvenendo?

 

Come dice il mio collega Maurizio Turco, la pressione su questo tema è arrivata a livello di stalking.

 

Addirittura?

 

Magari l'espressione "stalking" sarà un po' iperbolica per descrivere il pressing, ma questa ennesima violazione del processo elettorale, aggiunta alle quotidiane condanne al sistema giustizia e carcerario, conferma l'Italia come il paese pluripregiudicato d'Europa.

 

Infatti una riforma a meno di un anno dalle elezioni riceverebbe una sanzione.

 

Il Consiglio d'Europa lo chiede, non solo per dare il tempo necessario per disegnare i nuovi collegi, ma anche per assicurare che elettori e partiti abbiano modo di prenderne le misure e organizzarsi. Se oggi cominciamo a raccogliere le firme per le liste e poi cambiano la legge che facciamo, le buttiamo?

 

C'è anche un precedente.

 

Il 6 novembre la Corte europea dei diritti umani ha condannato la Bulgaria per aver introdotto nuove norme poco prima del voto del 2005, una sorta di Porcellum bulgaro.

 

Allora perché anche voi Radicali avete proposto una modifica meno di un mese fa? Se lo fanno gli altri è sbagliato, se lo fate voi è giusto?

 

Se non si riesce a fermare il fiume, almeno si cerca di non farlo straripare. Noi riteniamo che il sistema maggioritario con collegi uninominali sia l'unico che garantisce rappresentatività, governabilità e, fatto nuovo, il "vincolo" europeo.

 

Alla fine agirà il governo con un decreto?

 

Ma per carità, adesso basta. Questo governo si era preso un impegno extraparlamentare per sciogliere alcuni nodi economici, del resto devono occuparsi i partiti.

 

Che non stanno dando un bello spettacolo.

 

La definirei una prova invereconda basata sulle convenienze.

 

Quali?

 

I leader dei partiti pensano ad una legge elettorale non per il Paese ma per prefigurare l'esito che politicamente vogliono, cioè nessuna governabilità e nessuna maggioranza per essere "costretti", dopo aver creato le condizioni per arrivarci, a richiamare Monti.

 

Cosa pensa di un Monti bis?

 

Penso che se Monti vuole fare il presidente del Consiglio deve presentarsi alle elezioni. I governi di unità nazionale sono sempre stati una tragedia e stiamo assistendo solo al ritorno di una partitocrazia sempre più arrogante.

 

Temete Grillo?

 

Temo piuttosto l'inadeguatezza delle forze politiche. Non avevano alcuna scusa per non varare una riforma elettorale degna di questo nome, restituendo ai cittadini la possibilità di decidere sulle due cose che distinguono una democrazia da un sistema non democratico: scegliere l'esecutivo sulla base di un programma e la persona che va a rappresentarlo in Parlamento.

 

Quindi il Porcellum va abolito.

 

Va abolito se si fa una legge migliore. La nuova proposta è il combinato disposto dei due obbrobri che abbiamo vissuto fino a qui, il proporzionale con preferenze per il 75% (quelle dei casi Fiorito o del caso `ndrangheta in Lombardia), e per il 25% liste bloccate scelte dai segretari di partito. Un'altra violazione delle prescrizioni europee e di un esito referendario.

 

I Radicali con chi vanno alle elezioni?

 

Non ne ho idea, ma non voglio far parte di uno schieramento ideologico di quelli che vedo riunirsi nei teatri, sempre in tre e sempre maschi, salvo sostituire Di Pietro con Nencini.

 

Oggi sembra avvicinarsi il voto a febbraio.

 

Sentiamoci domani e vediamo che succede.

 

Caterina Perniconi

('Il Fatto Quotidiano' del 16 novembre 2012)



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