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29/03/24

Mauro Mellini: Sequestro di persone? No del diritto!


Categoria: RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Pubblicato Lunedì, 27 Agosto 2018 16:12

di Mauro Mellini (già componente del Consiglio Superiore della Magistratura) *

 

Fate bene attenzione: se qualcuno bussa alla porta della vostra casa e chiede ospitalità e voi non gli spalancate la porta e quello rimane lì e non se ne va, la procura di Agrigento, che non bada molto alla trascurabile questione per la competenza per territorio, potrebbe accusarci di sequestro di persona.

 

Credo che Salvini, sempre alla ricerca dello scontro e della rissa che lo pongano al vertice dell’attenzione e dei dibattiti, non arrivasse a sperare tanto.

 

Ma il fatto che il Vicepresidente del governo che dovrebbe chiamarsi governo Conte ma, che nessuno lo chiama cosi perché Conte non conta nulla, abbia fatto di tutto perché le giuste azioni di limitazione e controllo dei migranti suscitasse le più accese controversie in Italia ed in Europa, non autorizza nessuno a ridurre il diritto in una componente di una sconcia barzelletta e la funzione giudiziaria in una sorta si supervisione e sopraffazione di ogni altra parte e potere dello Stato da “indirizzare” e “mettere a posto” a colpi di incriminazione e avvisi di garanzia.

 

Doppio è l’uso indebito che la Procura di Agrigento ha fatto dei suoi poteri.

 

In primo luogo è intervenuta a gamba tesa (ma avendo cura di farlo quando la questione dei migranti recuperati in mare dalla nave Diciotti della Guardia Costiera stava per raggiungere una soluzione) in una questione di esercizio dei poteri politici del governo e dei Ministri nella quale individuare gli estremi di reato in una presunta e pur eventualmente sussistente erroneità dell’indirizzo politico di tutti o qualcuno dei Ministri stessi e di per sé non solo una violazione di un fondamentale principio di separazione è di autonomia dei Poteri dello stato: è addirittura superfluo sottolineare che l’autorizzazione allo sbarco in territorio italiano di stranieri privi di passaporto benché salvati in mare, come quelli del caso in questione, è espressione di una scelta politica che, intanto, non può che implicare responsabilità di tutto il governo.

 

Ma a questo si aggiunge la stranezza della formulazione di una ipotesi di reato di sequestro di persone o di arresti illegali nella condotta di mero rifiuto di far sbarcare in Italia quei migranti.

 

Far consistere il sequestro di persone o, a maggior ragione, il loro arresto illegale nel mero rifiuto di accoglierli nel territorio dello Stato e farne carico al Ministro responsabile dei servizi di vigilanza degli ingressi nel nostro Paese (e non “ si noti” quello da cui dipende la Guardia Costiera ed i comandi delle navi tra cui la Diciotti) ed ipotizzare quindi un sequestro di persone “indiretto” di chi sta sulla nave in attesa di conveniente collocazione, significa o essere pericolosi ignoranti del diritto e spregiatori della razionalità, o pericolosi prevaricatori che del diritto e della razionalità se ne infischiano preoccupati solo di mostrarsi  “ superiori” ai poteri che spettano al governo e alle massime Istituzioni della Repubblica.

 

Vi sarebbe da aggiungere che la finalità smarcatamente politica di questo inopportuno intervento della procura di Agrigento (che non è neppure una delle punte “dell’oltranzismo giudizario” è quello che emerge indiscutibilmente con la scelta di Salvini quale “sequestratore indiretto mediante cacciata dei presunti sequestrati” si direbbe che si è preferito aumentare l’evidenza della stranezza dell’incriminazione per farne carico si fa per dire: credo che Salvini né sarà arcicontento a quello che di tutta la vicenda aveva ed ha il più grande riscontro mediatico (Per non dire che la procura di Agrigento con il divieto di sbarco dalla nave attraccata prima a Trapani e poi a Catania c’entrava come i cavoli a merenda) .

 

Una parte della Magistratura è oggi portata a interpretare i suoi poteri indirizzandoli in modo in cui essi possano procurargli maggiore visibilità nella pubblica opinione. Anche quando si tratta di bypassare il diritto si vuole farlo con il massimo clamore: cercare il più forte impatto appunto nella pubblica opinione.

 

 

* Mauro Mellini, già componente del Consiglio Superiore della Magistratura e ex deputato Radicale, ci invia questo contributo che volentieri pubblichiamo.

 

 



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