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24/04/24

Riduzione dei parlamentari. Il referendum è politicamente legittimo, anche se deformato dai media


Categoria: POLITICA
Pubblicato Mercoledì, 19 Agosto 2020 20:09
  • Luigi O. Rintallo

Raffaele Avallone, intervenendo a proposito dell’imminente referendum costituzionale sulla riduzione di deputati e senatori, ha osservato che in questo caso gli elettori sarebbero chiamati a confermare la modifica costituzionale introdotta da una maggioranza parlamentare virtuale più che reale. Infatti, nel nostro Parlamento, a causa delle leggi elettorali in vigore, essa scaturisce da premi in seggi e vantaggi derivanti dalla soglia di esclusione per le liste sotto il 3%.

 

Ne deduce che, per questo, il prossimo referendum sarebbe persino illegittimo dal momento che i cittadini non si troverebbero nella condizione, dopo essersi espressi attraverso i loro eletti alle Camere, di esprimersi una seconda volta sulla legge di modifica. Infatti, la legge di riduzione dei parlamentari è passata – almeno nelle prime tre votazioni – grazie al voto favorevole di partiti che in realtà non corrispondevano alla maggioranza assoluta del corpo elettorale.

 

Va rilevato, tuttavia, che appunto a causa di ciò a maggior ragione è necessario consultare il popolo. Se la composizione delle assemblee parlamentari è il risultato di leggi elettorali che non rispecchiano fedelmente le posizioni dei cittadini, ma sono il risultato dell’opportunismo politico di maggioranze precarie, è più che mai opportuno consultare direttamente gli elettori.

 

D’altra parte, contrariamente a una certa diffusa convinzione, alimentata anche dall’informazione distorta degli spot elettorali, non si tratta di un referendum confermativo: è un referendum costituzionale, che prevede anche la possibilità di respingere la legge adottata in sede parlamentare. E del resto ciò è già avvenuto in occasione degli altri due referendum costituzionali del 2006 e del 2016.

 

A ben vedere, inoltre, i costituenti hanno concepito la norma dell’art. 138 proprio per valorizzare al massimo il ruolo della cittadinanza tant’è vero che non hanno previsto per questo tipo di referendum il quorum. Nel caso limite, anche un solo elettore che votasse in modo contrario potrebbe annullare la modifica introdotta.

 

Resta in ogni caso il problema della mancata corrispondenza fra il Parlamento eletto e i voti espressi dai cittadini. Un problema che la nostra rivista Quaderni Radicali evidenziò sin dal 1991, quando comprese subito come le manipolazioni delle leggi elettorali avrebbero avuto pericolose ricadute sulla tenuta del sistema costituzionale nel suo complesso, laddove non accompagnate da un processo di revisione complessiva che investisse Governo e Presidenza della Repubblica.

 

 



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