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18/04/24

Carta consumi etici: la metamorfosi del reddito di cittadinanza


Categoria: Aghi di Pino
Pubblicato Martedì, 02 Ottobre 2018 10:49

Aspettando i numeri veri del Def, siamo fin qui rimasti ai proclami da balcone: reddito di cittadinanza a 6,5 e abolizione della povertà, grazie alla prossima manovra di bilancio. Come è ormai noto, l'importante obiettivo dovrebbe essere raggiunto con i 10 miliardi di euro recuperati facendo più debito.

 

Ora, lasciamo pure stare il rapido calcolo matematico che porta a una cifra di circa 128 euro al mese (10 miliardi diviso per 6,5, il totale diviso 12 mesi), soffermiamoci su un aspetto che sta emergendo in queste ore.

 

A quanto pare, il governo sta escogitando un sistema per cui il sussidio servirà per fare acquisti con tessera bancomat. Non solo: gli acquisti dovranno essere solo di un certo tipo, corrispondenti alle esigenze di una “vita dignitosa”, secondo indicazioni e norme stabilite dall'ufficiale pagatore.

 

Il sistema sarà quindi telematico e, come ha specificato il viceministro grillino Laura Castelli, “... in questo modo potremo far sì che il reddito venga tutto destinato al consumo, e controllare il modo in cui viene speso...”. Escludendo “alcuni circuiti da questo processo. Per capirci, nessuno potrà usare il bancomat per scommettere”.

 

In sostanza, il reddito di cittadinanza si dovrebbe trasformare in una carta consumi etici. E guai a chi non acquista, perchè dovrebbe essere previsto un sistema di decurtazione per chi avesse la brillante idea di destinare la cifra ad altro, non facendo circolare la moneta.

 

L'idea, va da sé, non è frutto del caso e segue un filo conduttore. Molto infatti c'è scritto tra le pieghe dei manifesti politici del M5S. Tanto è stato anche detto, non prendendolo troppo sul serio.

 

Per esempio, qualche tempo fa ironizzammo su quella che sembrava la solita gaffe di Danilo Toninelli, una delle tante a cui ci ha poi tragicomicamente abituati, quando disse del “...MoVimento 5 Stelle al governo che vuole creare uno Stato etico, un’economia etica”. Forse l'avevamo sottovalutato. (red.)

 

 



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