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19/04/24

Casaleggio: potere al popolo, del web...


Categoria: Aghi di Pino
Pubblicato Lunedì, 23 Luglio 2018 14:07
  • Antonio Marulo

Per ora ha buon gioco Luigi Di Maio quando scrive sui social network, rivolgendosi al suo popolo, che andrà “avanti col massimo delle energie perché so che siete con noi, con un governo che finalmente pensa ai cittadini e non alle lobby”. Gli danno manforte i sondaggi, quelli a cui si risponde a domande semplici su problemi complessi che nemmeno si conoscono.

 

Sul "decreto dignità", per esempio, gli italiani a quanto pare in grande maggioranza approvano. Perché è difficile essere contrari a una legge che intende il linea di principio scoraggiare il ricorso ai contratti a termine, che vuole far pagare più penali a chi licenzia, che vuole punire chi delocalizza e così via. Cosa ci si aspetta che risponda in via preventiva la maggioranza degli interpellati, al netto degli imprenditori, mancando per giunta la prova dei risultati?

 

Il vantaggio della luna di miele con gli elettori sta proprio nel poter trovare facili consensi a ciò che si sta facendo o s'intende fare. I 5 stelle in questo sono dei maestri, perché sanno seguire spudorati la direzione del vento: si adattano all'interlocutore, facendo proprie le più disparate istanze, anche se in contraddizione e in conflitto tra interessi contrapposti.

 

Lo schema seguito è quello della democrazia diretta, o presunta tale, con i cittadini che partecipano costantemente alle scelte che li riguardano. Davide Casaleggio ne ha nuovamente parlato, intervistato da "La Verità", profetizzando fra "qualche lustro" la fine del Parlamento, la cui centralità evidentemente resta solo nella testa del Presidente della Camera, Roberto Fico.

 

Per Casaleggio figlio, infatti, “il superamento della democrazia rappresentativa è inevitabile"... "il Parlamento ci sarebbe e ci sarebbe con il suo primitivo e più alto compito: garantire che il volere dei cittadini venga tradotto in atti concreti e coerenti”. Poi, col tempo “non sarà più necessario nemmeno in questa forma".

 

Il modello a cui si guarda, ovvio, è Rousseau: la piattaforma attraverso cui decide uno, provando a far credere che sia volontà di tutti.

 

 



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