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19/04/24

Lanzalone, la commedia degli equivoci


Categoria: Aghi di Pino
Pubblicato Domenica, 17 Giugno 2018 17:33

Arriveranno forse a dire pure che la segnalazione gli sia arrivata da entità aliena direttamente dal mondo di Gaia del compianto Casaleggio senior, mentre quello Junior, la sfinge, fa il vago. Lui non si occupa di nomine, dice. E quanto a eventuali incontri a cena, se ci sono stati, sono avvenuti per caso, magari nel corso di eventi organizzati ad hoc dall'Associazione intitolata a Gianroberto Casaleggio, come la Repubblica si è incaricata di svelare.

 

Insomma, su Luca Lanzalone, l'appestato, nei 5 Stelle si sta facendo la gara a chi si smarca meglio, dopo che si è pronunciata già la sentenza. Eppure l'esperienza insegna che sarebbe saggio andarci cauti con le condanne preventive e aspettare il corso della giustizia, che potrebbe rivelare alla lunga, millanterie a parte, nessuna responsabilità penale.

 

Nelle more, sulle responsabilità politiche ci sono invece tutti gli elementi ormai per giungere a conclusioni, per altro ampiamente prevedibili. In proposito i grillini non possono più sottrarsi e hanno poco scuse, tanto meno possono pretendere di scaricare il pesante barile ancora una volta su Virginia Raggi, ormai sindaca a sua insaputa. Povera stella, ella è “parte lesa” da quando ha messo piede in Campidoglio. Sopra la sua testa passa di tutto. Il che ci fa chiedere a questo punto se sia meglio per lei far credere di esserci o di farci.

 

Il dilemma comincia a riguardare anche Luigi Di Maio, il cui maldestro candore nell'ammettere la promozione “premio” di Lanzalone alla presidenza Acea ha gettato nello sconcerto i tanti che gli hanno con troppa fretta attribuito insospettabili doti di politico navigato. Sulla vicenda il vicepresidente del Consiglio e ministro del Lavoro ha parlato di equivoco. Come di equivoco si deve parlare probabilmente per buona parte di chi ha scelto il 4 marzo la presunta banda degli onesti quali soggetti del “cambiamento”.

 

 

Se di cambiamento si tratta, infatti, non è poi detto che sia per forza in meglio. I cittadini romani ne sanno qualcosa. (A.M.)

 

 



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