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18/04/24

Wooden Spoon, genesi del Cucchiaio di legno


Categoria: i nostri blog
Pubblicato Giovedì, 14 Marzo 2013 16:52
  • Rugbycale

Nel rugby il Cucchiaio di legno  è un premio tra i meno gratificanti di tutti gli sport: un po' come la maglia nera nel ciclismo, è il trofeo secondario delle Sei Nazioni, che viene attribuito alla squadra che si classifica ultima nel più antico e prestigioso torneo di rugby del mondo.

 

A dire il vero le scuole di pensiero sono diverse: c'è chi pensa che il Cucchiaio di legno vada all'ultimo classificato, chi invece sostiene debba essere assegnato solo a chi non vince nemmeno una gara del torneo, altri ancora invece che vada riconosciuto solo a chi fa registrare uno "zero" sul tabellone finale.

 

In verità il Cucchiaio di legno viene spesso confuso con il Whitewash (letteralmente "imbiancata terribile"), termine con il quale si indica chi perde tutte le partite: spesso quindi chi mangia con il Cucchiaio di legno non necessariamente ha subito il cappotto.

 

Tradizionalmente questo riconoscimento nasce a Cambridge e, per questo motivo, d'ora in avanti lo chiameremo con il suo nome originale: Wooden Spoon.

 

Diffusosi in molte discipline sportive dei paesi del Commonwealth, inizialmente il Wooden Spoon era una sorta di premio di consolazione assegnato dagli studenti della prestigiosa Università al compagno che aveva ottenuto il punteggio più basso, ma che ugualmente guadagnava la terza classe di laurea, nel corso Cambridge Mathematical Tripos, il più antico dell'Università: un "onore solido" recita la poesia The Wooden Spoon, tratta dalla raccolta The Cambridge Tart del 1823, anno, tra l'altro, in cui William Webb Ellis  inventò, con un colpo di genio, il rugby (o migliorò il football, fate un po' voi).

 

Questo "premio" è stato assegnato agli studenti di Cambridge fino al 1909 (i cucchiai superstiti sono solo 5). Come si sia giunti dal mondo universitario a quello del rugby è uno dei misteri di questo sport: la versione più accreditata vuole che, nei primi anni, il torneo che oggi è chiamato delle Sei Nazioni vedeva scendere in campo molti laureati a Cambridge, che probabilmente hanno cercato di preservare il senso concettuale e simbolico del Wooden Spoon dopo il 1909.

 

Il Sei Nazioni, nato Home Championship nel 1883, all'epoca riservato a Galles, Inghilterra, Scozia ed Irlanda, divenne Cinque Nazioni nel 1910 con l'ingresso della Francia e, solo nel 2000, Sei Nazioni con l'entrata dell'Italia ovale, ha mantenuto la tradizione del Wooden Spoon fino ad oggi.

 

Il palmares di questo significativo torneo, dal 2000, vede l'Italia in netto vantaggio su tutti: sono tricolori ben 9 dei 13 Wooden Spoon assegnati dal nostro ingresso nel torneo. Quest'anno la classifica più interessante e incerta è proprio quella del Wooden Spoon: con un Inghilterra praticamente sicura di avere il Grand Slam in tasca (il riconoscimento a chi vince tutte le partite del torneo) ed il Galles insidiato da un'onorevolissima Scozia, la lotta per scongiurare il Wooden Spoon terminerà solo domenica sera, quando la Francia affronterà a parigi gli Highlanders scozzesi.

 

I cugini transalpini infatti non hanno ancora vinto nessuna partita (ma hanno pareggiato sabato scorso contro l'Irlanda) e si trovano con solo un punto nel carniere, in fondo alla classifica; l'Italia, a 2 punti e attualmente penultima, ha la possibilità non solo di evitare il Wooden Spoon ma di ottenere il suo miglior risultato nella storia del torneo qualora battesse l'Irlanda (che, attualmente a 3 punti, verrebbe superata).

 

Ma ciò non significa che sia scongiurato il rischio di beccarselo, il trofeo più fuffa di tutti: se l'Irlanda riuscisse ad avere la meglio all'Olimpico, alla Francia basterebbe un pareggio per superarci in classifica. Non succede, ma se succede...



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