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28/03/24

Parisi… l’esploratore


Categoria: EDITORIALI E COMMENTI
Pubblicato Mercoledì, 21 Settembre 2016 09:49
  • Silvio Pergameno

“L’incarico” conferito da Silvio Berlusconi a Stefano Parisi – manager a cavallo tra pubblico, privato e politica – di avviare un’indagine… conoscitiva sulla destra ha scatenato l’allarme dentro Forza Italia, ma anche dentro la Lega, malcelato proprio dallo sfoggio di sicumere da parte di Salvini, allarmi forse esagerati. Si capiscono i timori, ma se è certo vero che l’Italia avrebbe bisogno di una destra che stabilizzasse l’ondeggiante voto moderato (costringendo anche la sinistra a un esame di coscienza approfondito), sembra anche altrettanto chiaro che la missione di Parisi sembra destinata a un compito meno complesso.

 

Sicuramente la performance del candidato moderato nelle comunali di giugno a Milano ne testimonierebbe un buon punto di partenza in ragione del risultato conseguito nel voto, testa a testa con il vincitore, con la fiducia ottenuta dagli elettori sia di Forza Italia che dalla Lega, ma forse più ancora per aver ridimensionato le aspirazioni dei  5  Stelle, fermi a un 10%. Potrebbe farne un buon candidato per uno scopo più circoscritto.

 

Creare una grande destra liberal democratica significherebbe avviare un percorso di tutt’altro livello, con interventi e coinvolgimenti per i quali Berlusconi non  ha mai dimostrato interesse. E del resto la convention “Energie per l’Italia”, convocata da Parisi giorni fa, non ha avuto un’impostazione su un piano storico-politico, ma si è svolta in un ambito più ristretto e con riferimenti più immediati (il peso delle tasse, i vincoli che gravano sulle imprese, il ruolo soffocante dello stato sull’andamento dell’economia…), sia pure con un vago accenno a un “liberalismo popolare” del quale non sapremmo cosa pensare, ma che per lo meno dovrebbe dichiarare guerra al corporativismo incallito che caratterizza il panorama non solo economico, ma anche politico italiano, e che oggi appare destinato a rafforzarsi come unica reazione degli stati nazionali europei al sopravvento preso dai monopoli finanziari e del web a livello mondiale.

 

Più preciso è stato Parisi sul referendum costituzionale: un “No” netto, ma con la promessa di una riforma molto più bella. Questo “No”, ha osservato molta stampa, farebbe ritrovare Forza Italia in una compagnia assai eterogenea e confusa. Il che è vero, ma più ancora è da dire che è la promessa di riforme più incisive che appare poco credibile, perché la compagnia del “No” un carattere forte e condiviso ce l’ha, ben rivelato dai trenta o quaranta anni di fallimenti di tutti i tentativi di riforma, e per conservare uno statu quo che sta bene a tutti e che garantisce un’ingovernabilità che a tutti lascia il suo sia pur piccolo spazio, in un quadro di consociazione che dopo  la rivoluzione di Mani Pulite nei primi anni novanta si è riprodotta e che oggi si manifesta appunto nel “No” alla riforma di Renzi.

 

Una riforma limitata, ma che basta a turbare molti, troppi sonni e dalla cui ripulsa scaturirebbe un respiro di sollievo molto allargato.

 

Il Cavaliere, è ben chiaro, si è lasciato le strade aperte per il suo futuro, tra una non esclusa “ridiscesa in campo” e un ruolo di “padre nobile”; e sempre con la speranza di un buon esito del ricorso alla CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo), per l’incandidabilità retroattiva ai sensi della legge Severino. E non è detto che qualche cosa non ci scappi. Nell’incontro del 19 settembre Berlusconi ha tranquillizzato l’interlocutore Salvini confermando: “Qui il capo sono sempre  io” (Corriere della Sera, 20.9.2016). E poi è buon amico di Putin, che - se salta il trattato TTIP Europa-Stati Uniti (Transatlantic Trade and Investment Partnership) – ha buone offerte energetiche e commerciali da offrire ai singoli paesi europei, facendo leva sui loro problemi economici, che l’Europa divisa non riesce a risolvere…

 

Non siamo più nel 1994, l’anno della discesa in campo e della prima vittoria elettorale, ma non sarebbe un’ipotesi da buttar via per il “Capo” quella di risollevare le sorti di Forza Italia, come opposizione a Renzi e come riferimento per tutta la destra.

 

Parisi: indagine conoscitiva… esplorazione…

 

 



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