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28/03/24

Partito democratico, la difficile quadratura del cerchio


Categoria: EDITORIALI E COMMENTI
Pubblicato Martedì, 02 Luglio 2013 13:39
  • Danilo Di Matteo

Da un lato gli assetti interni del Pd si vanno chiarendo: accanto a un’area Bersani vi è un’area Renzi. A dispetto dei tanti aspiranti al ruolo di segretario, quindi, il quadro sembrerebbe più trasparente, nonostante oscillazioni ed esercizi funambolici, come quelli di Massimo D’Alema. D’altro canto, però, la situazione è quanto mai difficile.

 

Stefano Fassina, ad esempio, incarna sì l’opzione “laburista”, ma la sua affermazione significherebbe anche tornare a una sorta di politica delle due gambe – “la sinistra che fa la sinistra e il centro che fa il centro” –, rinunciando alla celebre vocazione maggioritaria. Il prevalere di Matteo Renzi esprimerebbe una linea più vicina all’ispirazione originaria del partito; però metterebbe in seria difficoltà il governo Letta.

 

Da un lato, insomma, la logica della coalizione, dall’altro quella di un Pd in grado, da solo, di intercettare una parte del voto dei delusi del centrodestra, allargando la propria base elettorale. Un dilemma che viene da lontano, dal non aver chiarito negli anni i fondamentali, per così dire: la chiave di lettura della società e dei suoi fenomeni è quella liberale?

 

E l’Italia “merita” di disporre di un soggetto attraverso il quale la società possa far valere le proprie istanze, provando a comporle? Da qui il senso della controversia, solo in apparenza astratta, sulla corrispondenza o meno fra il ruolo di segretario e quello di candidato premier, o sulle primarie più o meno aperte.

 

E da qui, anche, il nesso fra tutto ciò, la legge elettorale e l’impianto istituzionale. La soluzione Renzi, ad esempio, sarebbe più in sintonia con i modelli anglosassoni. Resta il fatto che non vi sono percorsi obbligati: si può legittimamente scegliere di percorrere una o l’altra strada.

 

Sarebbe d’uopo, però, un dibattito approfondito, tale da cogliere i nodi veri e da coinvolgere iscritti ed elettori. Evitando di rendere torbide le acque solo per eludere il confronto.



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