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19/04/24

Radicali, a Regina Coeli per salvare RomaSiMuove


Categoria: COSE RADICALI
Pubblicato Mercoledì, 03 Ottobre 2012 17:32
  • Andrea Spinelli Barrile

 

La scelta di Regina Coeli - ha spiegato Mario Staderini -  è "un link, un collegamento tra una battaglia referendaria di riforma per la città di Roma di otto riforme rivoluzionarie e alternative alle politiche degli ultimi 30 anni, che sono censurate dalle pagine del principale quotidiano romano e dalle strutture partitocratiche esistenti, a partire dal Partito Democratico, con un'altra riforma: quella della giustizia nella battaglia per l'amnistia, anch'essa censurata, come dimostra la condanna dell'Authority delle Telecomunicazioni".

 

Il segretario di Radicali Italiani ha sottolineato la grande difficoltà incontrata in questi ultimi giorni (la campagna terminerà venerdì 5 ottobre), “legata all'impossibilità, nonostante abbiamo le persone, di fare banchetti in giro per la città, perché non ci vengono dati gli autenticatori per le firme: essi o sono consiglieri (comunali, provinciali, regionali) o sono funzionari, ma sono pochissimi ad essere a disposizione”. “In alternativa – ha detto Staderini - ci si può rivolgere, a pagamento, a qualche notaio, ma nei giorni lavorativi è difficile trovarne uno disponibile”.

 

Marco Pannella, dal canto suo, ha ribadito l'importanza di interrompere "la flagranza di reato" delle carceri. "Queste si chiamano - ha detto i leader radicale - 'catacombe dei Cesari di oggi' che affermano l'esistenza di uno Stato criminale e in flagranza di reato, dove è il regime partitocratico a dettare le condizioni. Anche esponenti di quella sinistra elegante e di valori oggi fanno di tutto per non salvare 40mila firme su otto punti; questi sono gli stessi punti sui quali gli altri o semplicemente proclamano, o tacciono perché la loro base non sarebbe d'accordo. E' più importante fottere l'iniziativa perché è radicale."

 

Pannella ha parlato chiaramente dell’assenza di mobilitazione da parte di altri gruppi politici, denunciando l'ostruzionismo che, di fatto, è stato portato avanti su questo referendum: lo stesso ostruzionismo che oscura la battaglia per l'amnistia nelle televisioni e sui giornali, una battaglia ormai radicalmente storica.



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